Palermo 7 novembre 2023 – Recuperata oggi la storia dei 13 lavoratori che 100 anni fa sono morti durante la costruzione della diga di Piana degli Albanesi.
In mattinata, alla diga di Piana, è stata scoperta la targa che porta i nomi, fino a ieri sconosciuti, di Giacomo Argento, Carlo Baiola, Nunzio Cordaro, Nicolò Criscione (vittima di mafia), Leonardo Leone, Luigi Parete, Arcangelo Parisi, Gaspare Salerno, Francesco Teresi, Filippo Termini, Alfredo Valagussa, più due operai non identificati.
“Tredici operai che mai erano stati ricordati e mai erano stati considerati come morti sul lavoro. Nell’ambito del centenario della costruzione della diga, siamo qui a ricordarne la scomparsa e coltivarne la memoria”, ha detto il segretario Filctem Cgil Palermo Calogero Guzzetta. La targa è stata benedetta da don Enzo Cosentino.
“Oggi è stata una giornata importante perché abbiamo ridato, grazie al lavoro fatto dall’associazione Portella della Ginestra, dignità a quelle vittime”. A dichiararlo è stato Antonio Di Franco, segretario nazionale Fillea Cgil Palermo, a conclusione dell’iniziativa su “Salute e sicurezza sul lavoro” che si è svolta dopo la cerimonia a Piana degli Albanesi, organizzata da Cgil, Fillea e Filctem.
Una giornata che è servita al sindacato per rimettere al centro dell’attenzione, assieme all’Inail e alle imprese impegnate nella gestione dell’invaso, come Enel Green Power, all'amministrazione comunale di Piana,ai responsabili sicurezza, ai lavoratori, i temi della salute e sicurezza.
“Sono temi che si intrecciano con le questioni che ci portano a scioperare in questi giorni. Il 20 novembre sarà tutta la Sicilia a scendere in piazza con lo sciopero generale di Cgil e Uil, a Siracusa – aggiunge Di Franco – Noi pensiamo che non ci può essere sicurezza se c’è precarietà, se ci sono subappalti a cascata e se continua a esserci tanto, tanto sfruttamento”.
La Fillea nazionale ha chiesto di istituire subito una procura nazionale che si occupi di processi che riguardano gli infortuni sul lavoro, chiesta dalla Cgil dopo i morti di Brandizzo.
“Non c’è più tempo, sono troppi i processi prescritti, troppe le famiglie senza risposta, c’è un senso di impunità diffuso. C’è bisogno di un pool di magistrati e tecnici che dia risposte ai familiari delle vittime, nessun familiare deve più piangere per un lavoratore non tornato a casa – ha aggiunto Di Franco – Per noi questa è la priorità. Il tempo è scaduto. La sicurezza è una questione che non può essere né di destra né di sinistra perché i numeri – 1.208 morti dal 2022 a oggi e 657 solo nel 2023 - sono da strage, strage di Stato”.
“Cento anni fa c’erano condizioni completamente diverse ma oggi pur avendo tecnologia, innovazione e sviluppo continuano a esserci troppe morti sul lavoro – ha aggiunto Ilvo Sorrentino, segretario nazionale della Filctem Cgil Sicilia - Rispetto agli investimenti sulla sicurezza che vengono fatti nel nostro settore in aziende come Enel, sempre più siamo chiamati a ragionare in termini di ecosistema e di appalti: gli stessi diritti che hanno i lavoratori in aziende più importanti devono essere estesi anche a chi vive in aziende con condizioni diverse. Ancora di più al Sud, perché il tema della legalità è fondamentale e gli investimenti sul lavoro sono ancora più necessari”.
A riportare alla luce tutti i nomi, cercando in atti notarili e registri di morte di vari comuni, è stato lo storico di Piana Francesco Petrotta, dell’associazione Portella della Ginestra: “I morti sul lavoro a quei tempi non facevano notizia. Dopo cento anni abbiamo ridato dignità alle vittime e alla comunità di Piana”, ha detto.
“Una memoria che si era persa – ha aggiunto il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo - Oggi qui a Piana ci preme ragionare assieme alle imprese e alle istituzioni per trovare risposte. Perché con 3 morti sul lavoro al giorno significa che ancora la questione, come 100 anni fa, è attuale. E la Cgil è impegnata a trovare soluzioni, perché questa tragedia non si ripeta in maniera quotidiana”.
“In quegli anni per questa opera faraonica che ha portato lavoro e sviluppo ci sono state 13 vittime. Sembra quasi che il progresso sia proporzionale alla perdita di vita umane e ancora oggi il prezzo da pagare continua a essere troppo alto - ha aggiunto il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, ricordando le tre vittime nel mese di ottobre tra Palermo, Cefalù e Belmonte - Abbiamo chiesto di riattivare in prefettura il tavolo sulla sicurezza. C’è il tema degli ispettori insufficienti, sono solo 4 per controllare 80 mila imprese. E gli altri inviati in Sicilia con un accordo con l’ispettorato nazionale non dialogano né con gli ispettori regionali né col Nil dei carabinieri. Su questi temi, e per dire basta a infortuni e morti sul lavoro, scendiamo in piazza il 13 novembre con una manifestazione unitaria da piazza Verdi alla Prefettura”. Maria Modica, responsabile della Camera del Lavoro di Piana, ha ricordato che tutti i cittadini, come dice il primo articolo della Costituzione “hanno diritto a un lavoro sicuro e ben retribuito”.
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