Totó Orlando |
Un anno e mezzo per tentata concussione all’assessore ai Lavori pubblici. Giambrone e Rifondazione: “ Lasci”
Venne indagato per tentata concussione e non si dimise da presidente del Consiglio comunale, è stato condannato in primo grado e ora anche in appello a un anno e sei mesi ma non intende dimettersi da assessore ai Lavori pubblici. Totò Orlando, renziano, resta in sella anche dopo la sentenza che conferma le pressioni esercitate nel 2015 sull’allora capo dei vigili urbani, Serafino Di Peri, e su Dario Gristina, altro componente della commissione giudicatrice della selezione a un incarico di “ alta professionalità”. Lo scopo, secondo il procuratore aggiunto Sergio Demontis e la sostituta Claudia Bevilacqua, era quello di ottenere la promozione di Antonino Rena, ritenuto vicino a Totò Orlando. Promozione che poi non si concretizzò anche per il valzer dei dirigenti voluto dall’allora sindaco Leoluca Orlando.
« Non mi dimetto, la Costituzione prevede che un cittadino non è colpevole sino al terzo grado di giudizio e io continuerò a difendermi per dimostrare la mia innocenza in Cassazione, senza denunciare complotti e rispettando la legge — dice Totò Orlando — Per la legge Severino, in casi come questo non è prevista ladecadenza. Se c’è un problema politico ne discuteremo con il mio gruppo e con la maggioranza».
Il sindaco Roberto Lagalla prende tempo: « I fatti giudiziari dovrannoessere esaminati per verificare se siano subordinati a provvedimenti previsti per legge » . Insomma, per ora nessuna sostituzione. Totò Orlando, peraltro, agli occhi del sindaco è l’assessore che ha il merito di avere sbrogliato la matassa delle bare insepolte al cimitero dei Rotoli. Ed è troppo recente la soluzione del rebus rimpasto con la sostituzionedell’assessore neo- meloniano Andrea Mineo ( nelle prossime ore il suo addio) con il forzista Pietro Alongi perché Lagalla si imbarchi in un altro giro di valzer. In più il partito di Totò Orlando, Italia viva, si è distinto negli ultimi tempi per le sue battaglie garantiste e non accantonerà certo un suo uomo per una condanna non definitiva.
Di tutt’altro avviso gli esponenti dell’opposizione più vicini all’ex sindaco Leoluca Orlando, che ebbe nel suo omonimo una spina nel fianco negli ultimi due anni di amministrazione. «Ci aspettiamo le dimissioni immediate dell’assessore Totò Orlando — dice Fabio Giambrone, consigliere comunale del Pd — e, se non dovessero arrivare, ci attendiamo che il sindaco Lagalla prenda atto della sentenza e lo rimuova. Ci aspettiamo comunque che Orlando venga a riferire in Consiglio comunale».
Sulla stessa linea Rifondazione comunista: «Palermo non può permettersi di avere un assessore condannato per tentata concussione» , tuonano il segretario cittadino Ramon La Torre e quello provinciale Frank Ferlisi.—t. f. — fr. pat.
La Repubblica Palermo, 23/11/223
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