di GIULIO FRANCESE
Sono stato a Corleone per l’inaugurazione della mostra delle statuine antimafia di Giovanni Santacolomba, che si può considerare un artista a tutto tondo. Un artista per passione ma non per questo meno efficace. Alla abilità manuale accoppia una non comune capacità di sapere cogliere i particolari, sia che costruisca un modellino di navi, aerei, auto d’epoca, sia che si cimenti nell’arte della riproduzione di monumenti e opere sacre.
Ma ha trovato anche un modo tutto suo per esprimersi in modo originale, manipolando la creta e dando vita a statuine-caricatura di personaggi famosi, dal Papa, agli attori di ieri e di oggi, dai politici ai personaggi della tv., ai calciatori, specie quelli del suo Milan, di cui è grande tifoso.
Creazioni che ci ricordano i personaggi inseriti , accanto a quelli della tradizione, nei presepi napoletani ed esposti nelle bancarelle di San Gregorio Armeno.
Chiamiamola arte popolare, come popolari sono i personaggi che rappresenta Santacolomba. E popolari, più di quanto non lo siano oggi, l’artista vorrebbe che diventassero i personaggi della sua nuova produzione artistica dedicata all’antimafia: 12 eroi caduti nella lotta contro Cosa nostra.
Sono Boris Giuliano, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il beato Pino Puglisi, Piersanti Mattarella, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Pippo Fava, Mario Francese, Pio La Torre, Rocco Chinnici, Cesare Terranova. Sono le vittime innocenti della lunga stagione della violenza mafiosa, iniziata nel ‘79 con l’uccisione di mio padre e che si conclude con quella di padre Puglisi nel ’93. L’anno precedente, ricordiamolo, è quello delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Mi ha incuriosito molto questa mostra particolare firmata da Giovanni Santacolomba, e il fatto che l’iniziativa si svolga a Corleone acquista a mio avviso un grande significato. E’ il paese di Riina e Provenzano, ovvero della mafia più spietata mai conosciuta nel nostro continente. Tutto quello che si fa a Corleone per affrancarsi da questo marchio e costruire un futuro di sano sviluppo economico e culturale, ha perciò un valore doppio. Significativo è anche il fatto che la mostra sia esposta al CIDMA, diventato un polo di riferimento per gli studiosi di tutto il mondo che sono interessati all’approfondimento del fenomeno mafioso. Custodisce infatti testi importanti come le copie dei faldoni del maxi processo e dei verbali degli interrogatori di Buscetta scritti da Giovanni Falcone. E vi sono esposti anche le fotografie di Letizia Battaglia sugli orrori della mafia. A poca distanza c’è
il “laboratorio della legalità”, in un bene confiscato a Provenzano, in cui sono esposte le tele di denuncia sociale di Gaetano Porcasi, sugli uomini simbolo della lotta alla mafia, per coltivare la memoria.
Lo stesso obiettivo che si propone di percorrere, in modo diverso, Giovanni Santacolomba. Le sue statuine non sono maschere tragiche, ma hanno il volto di chi è sereno con la propria coscienza. Non ce li racconta per come sono morti ma per come hanno vissuto. Non indossano i panni dell’eroe ma quelli di tutti i giorni dell’uomo comune che fa il proprio dovere fino in fondo. Ci sorridono, sorridono alla vita.
Santacolomba si è dedicato a questo progetto con grande passione e grande umiltà. Mi hanno colpito le sue parole: “Mentre realizzavo le statuine sono stato assalito dal timore di violare l’essenza di questi grandi uomini”.
Nella sua semplicità l’artista ha comunque alzato l’asticella della propria arte che diventa, oggi ancor di più, impegno sociale, stimolo per un coinvolgimento interiore. Ci dice di ricambiare il sorriso di questi che sono stati uomini buoni oltre che seri e rigorosi professionisti. Vederli tutti insieme ci fa capire di cosa ci ha privato la mafia, quale ricchezza umana e professionale abbiamo perduto. E viene da chiedersi come sarebbe andata se avessero potuto continuare a portare avanti le loro idee, il proprio impegno, con il rigore morale che li contraddistingueva.
Santacolomba non li ha collocati su un piedistallo ma sono lì, a portata di mano, ci chiede di guardarli e di volergli bene. Proprio come si fa con i personaggi del presepe. In questo presepe ideale dove trionfa la giustizia. In questo “paradiso dei giusti”dove si ritrovano tutti insieme e dove speriamo di vedere collocati al più presto altri eroi antimafia. Proprio qui, a Corleone, dove tutto è tragicamente cominciato e dove speriamo possa cominciare a essere scritta un’altra storia.
Giulio Francese
(Post su Facebook, 27/11/23)
Nessun commento:
Posta un commento