Il popolo palestinese si sta alzando in piedi contro il regime sionista. I palestinesi sono stanchi, disillusi, traditi, esasperati. Da 75 anni Israele cerca di portare a compimento una pulizia etnica, cacciando il nostro popolo dalla nostra terra: la Palestina.
A nulla sono servite le decine di risoluzioni delle Nazioni Unite che hanno condannate le condotte di Israele. A nulla sono serviti i rapporti delle maggiori organizzazioni internazionali sull’apartheid. A nulla ha portato il cosiddetto “processo di pace”, del quale Israele ha presto tradito la parola sugli impegni presi continuando a colonizzare la Palestina e umiliare la sua gente.
Decine e decine di anni di abusi, soprusi e crimini dello Stato sionista hanno esasperato il nostro popolo: insediamenti illegali, sedici anni di embargo totale illegittimo su oltre due milioni di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza, annessioni, demolizioni, confische, arresti arbitrari, detenzioni amministrative, aggressioni ai luoghi sacri cristiani e islamici, massacri e omicidi impuniti.
Uno scenario soffocante, accompagnato da complicità di stati sovrani, a partire dagli Stati Uniti e dei paesi Nato. Un silenzio assordante di tanti soggetti deputati ad intervenire e una narrativa complice e fuorviante, hanno concorso a creare un clima di impunità di Israele.
A tutto questo il popolo palestinese, con tutte le formazioni ed orientamenti politici hanno preso atto che l’unica via è la resistenza partigiana, della quale questo popolo ne ha piena legittimità.
Il popolo palestinese, come tutti i popoli occupati, ha il diritto di resistere all’occupante con i propri mezzi. Demonizzare questo processo significa demonizzare le lotte anti-coloniali in sé. E nella fattispecie dell’Italia, significa rinnegare la storia di questo Paese, il cui sistema democratico è nato proprio a seguito di una resistenza partigiana.
Attualmente Israele, che è stato colto alla sprovvista da questa operazione subendo grosse perdite e una sconfitta strategico-militare senza precedenti, si sta vendicando sulla popolazione civile palestinese della Striscia di Gaza. Vengono bombardati edifici residenziali, ospedali, infrastrutture. I morti sono oltre 500 di cui quasi un centinaio di bambini. Vittime quasi ignorate dalla stampa italiana e dalle autorità italiane che presentano gli eventi di questi giorni come un attacco unilaterale in cui Israele è l’unica vittima. Gran parte della stampa italiana nega il contesto storico a partire dal quale è partita questa operazione palestinese, quindi i 75 anni di brutalità quotidiana subita dal nostro popolo. I media negano l’esistenza della lotta palestinese in quanto tale, cercando di ridimensionarla a lotta tra terroristi islamici e la democrazia di Israele.
Noi, Voci nel Silenzio e comunità palestinese di Palermo, ci appelliamo a tutte le forze politiche e sociali affinché in questo momento difficile che attraversa il nostro popolo in Palestina si liberino dei falsi stereotipi ed unirsi a noi nel sostegno democratico ai diritti del popolo palestinese, per la legalità internazionale e per il rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite a partire dal diritto del popolo palestinese a creare il proprio Stato libero, autonomo e democratico.
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