Sergio Staino, “Bobo” |
È morto a 83 anni il celebre disegnatore e autore satirico. Nelle sue strisce c'è la storia della sinistra italiana. La Cgil Toscana: "Ti porteremo con noi"
Sergio Staino non c’è più. Il celebre disegnatore, artista, giornalista, è morto a 83 anni in un ospedale di Firenze. Staino era noto soprattutto per il suo alter ego “Bobo”, personaggio che animò le strisce dell’Unità e dei suoi inserti per decenni, accompagnando le fortune e le sventure della sinistra italiana.
Tipico rappresentante della sinistra comunista, con tutti i suoi dubbi, le sue malinconie, le sue passioni, speranze, illusioni e sconfitte, il Bobo di Staino era ritratto in una dimensione domestica, vittima dei commenti dissacranti della moglie Bibi e dei figli Ilaria e Michele ("non farmi domande troppo difficili, viviamo in tempi senza risposte”), o del compagno brontolone Molotov, ancora intriso di mentalità stalinista.
Staino era ricoverato in un ospedale di Firenze. Le sue condizioni si erano aggravate, dopo i problemi di salute di circa un anno fa e dai quali non si era ripreso.
Sin dal 1977 Staino aveva accusato gravi problemi alla vista, causati da una progressiva degenerazione retinica, che con il tempo lo avevano reso quasi cieco. Aveva affrontato la malattia con estremo coraggio, assistito dalla moglie Bruna, e aveva continuato a lavorare fino all'ultimo con l'aiuto del computer.L’esordio di Bobo risale al 1979, sulla rivista Linus, diretta all'epoca da Oreste Del Buono. Da allora Staino si è imposto come uno dei maggiori autori di satira, presente sui maggiori quotidiani nazionali. Aveva anche collaborato col mondo della tv e del cinema. La sua esperienza professionale e di passione politica principale resta quella all'Unità, di cui fu anche direttore tra il 2016 e il 2017, quando si dimise a seguito dello sciopero dei giornalisti contrari ai licenziamenti voluti dalla proprietà.
Nato a Piancastagnaio, in provincia di Siena, l'8 giugno 1940, Staino era figlio di un carabiniere. Portato sin da ragazzo per il disegno, laureato in architettura, aveva lavorato per lungo tempo come insegnante di educazione tecnica e si era stabilito a Scandicci, non lontano da Firenze, nel cuore della Toscana rossa.
Staino collaborò negli anni con il Corriere della Sera, il Venerdì, la Repubblica, Cuore. Nel 1986 fondò Tango, un settimanale satirico dell'Unità che ebbe tra i collaboratori Altan, ElleKappa, Riccardo Mannelli, Michele Serra, David Riondino, Gino e Michele, Francesco Guccini. Lo diresse fino alla chiusura nel 1989. Da quella esperienza nacque Cuore.
Umberto Eco osservò che uno studioso del futuro, ignaro delle vicende italiane, avrebbe trovato nelle strisce di Bobo un'ottima fonte per comprendere i cambiamenti avvenuti nella nostra società a partire dagli anni Ottanta. Da ricordare anche la sua attività come sceneggiatore in due film: Cavalli si nasce (1988) e Non chiamarmi Omar (1992). Tra i libri: Quel signore di Scandicci (Rizzoli Lizard, 2020). Dal 2017 lavorava per La Stampa.
Tanti i messaggi di cordoglio per la sua scomparsa. La Cgil Toscana, dalla sua pagina Facebook, lo saluta con queste parole: “Ciao Sergio, compagno di tante battaglie. Con le tue vignette, la tua militanza e la tua passione sei stato una delle coscienze della sinistra per tanto tempo. Ti porteremo sempre con noi alle nostre manifestazioni nelle piazze, indossando come d’abitudine le magliette da te disegnate con la scritta Maledetti toscani”.
CIAO SERGIO, MALEDETTO TOSCANO
⚫️ Morte di Sergio #Staino, le parole di #Cgil Toscana e Cgil Firenze: “Ciao Sergio, compagno di tante battaglie. Con le tue vignette, la tua militanza e la tua passione sei stato una delle coscienze della #sinistra e del mondo del #lavoro per tanto tempo. Ti porteremo sempre con noi alle nostre #manifestazioni nelle piazze, indossando come d’abitudine le magliette da te disegnate con la scritta Maledetti toscani”.
Collettiva.it, 21/10/2023
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