DINO PATERNOSTRO
Ieri sera nel saloncino di “Casa Triolo”, Leoluca Orlando ha superato se stesso. È sempre stato un affabulatore, ma ieri - rilassato e con 13 chili in meno - è stato ancora più convincente nello spiegare (partendo dal suo “Enigma Palermo”) la “visione” che “sinnaco Ollando” ha di Palermo, di Corleone e del Mondo, dove non devono esistere stranieri ma persone, dove lui - Leoluca - si definisce razzista dell’unica razza esistente al mondo, quella umana.
Alla presenza del sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi, ha sottolineato che sono forti e antichi i legami tra Palermo e Corleone, fin dalla guerra del Vespro (1282), del Risorgimento (1848-60) e dei Fasci (1892-94). E sono continuati poi con la Palermo e la Corleone degli anni ‘80 insanguinate dalla mafia più feroce di sempre; gli anni ‘90 e i segnali di speranza con l’esperienza di “Palermo libera Palermo”, a cui è seguita la “Corleone libera Corleone” di Pippo Cipriani.
Orlando ha tenuto a precisare che si chiama Leoluca come il santo patrono di Corleone, perché sua madre era corleonese, e il palazzo del municipio apparteneva a suo nonno. Orlando, comunque, ha precisato che non parla al passato, ma al futuro. Oggi la mafia non governa Palermo e la Sicilia, ma potrebbe ritornare a farlo. Potranno impedirlo solo cittadini consapevoli dei valori della Costituzione e disponibili a difenderli.
Ha provato a spiegare gli “enigmi” di Palermo. Abbiamo provato ad aiutarlo io, Pippo Cipriani e i brani del libro selezionati e letti da Marilena Bagarella, Monica Diliberti e Cettina Crapa. Ma non può bastare una sola serata per venire a capo di “enigmi” secolari. Proviamoci ancora. (dp)
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