L'intelligence completamente spiazzata da lanci di missili, incursioni e prese di ostaggi. Centinaia di vittime fra morti e feriti
Roberto Zichittella
ROBZIK
L’attacco di Hamas contro Israele si scatena 50 anni dopo la guerra del Kippur (era il 6 ottobre del 1973), nel giorno di shabbat (dedicato dagli ebrei al riposo) e al di Sukkot, una delle più importanti festività dell’ebraismo. Un attacco quindi non casuale e pianificato da tempo, che ha preso clamorosamente alla sprovvista l’intelligence israeliana. Lo smacco per Israele arriva non tanto dal lancio di migliaia di razzi contro le città israeliane, ma soprattutto dalle incursioni sul territorio di Israele da parte dei militanti di Hamas, con sparatorie e agguati nelle strade, prese di ostaggi, un centinaio di morti e quasi un migliaio di feriti (ma questi dati sono in continuo aggiornamento).
Sono impressionanti le immagini dei dei soldati israeliani bloccati, trascinati fuori da un carro armato, fatti inginocchiare a terra e poi trucidati dai combattenti di Hamas. Uno shock per Israele, che ha sempre considerato una priorità la protezione e la salvezza dei propri cittadini.Chuck Freilich, ex vice responsabile nazionale della sicurezza israeliana e ora docente alla Columbia University parla di un “fallimento catastrofico” da parte della intelligence. “La sorveglianza israeliana della società palestinese è allo stesso tempo altamente sofisticata e altamente invasiva, e il monitoraggio dell’attività di Hamas in particolare è uno dei compiti più importanti per l’establishment della sicurezza”, scrive il quotidiano britannico Guardian.
“Prepararsi e portare a termine un attacco così coordinato e complesso, che comporta l’accumulo e il lancio di migliaia di razzi, proprio sotto il naso degli israeliani, deve aver richiesto livelli straordinari di sicurezza operativa da parte di Hamas”, aggiunge la BBC. Superata la fase dell’emergenza di queste ore saranno feroci le polemiche nell’opinione pubblica israeliana sulla vulnerabilità dimostrata da Israele, proprio nel momento in cui il paese è guidato dal governo più a destra della sua storia, che fa della sicurezza una priorità, se non un ossessione.
Il portavoce di Hamas Khaled Qadomi ha detto ad Al Jazeera che l’operazione militare del gruppo è in risposta a tutte le atrocità che i palestinesi hanno dovuto affrontare nel corso dei decenni.
“Vogliamo che la comunità internazionale fermi le atrocità a Gaza, contro il popolo palestinese e contro i nostri luoghi santi come Al-Aqsa. Tutte queste cose sono la ragione per cui abbiamo iniziato questa battaglia”, ha detto. "Questo è il giorno della più grande battaglia per porre fine all'ultima occupazione sulla Terra", ha detto Mohammed Deif, comandante militare di Hamas, aggiungendo che sono stati lanciati 5.000 razzi.
Ḥamas la sigla di Ḥaraka al-muqāwama al-islāmiyya («Movimento della resistenza islamica»), un’organizzazione nata nel 1987 con l’obiettivo di liberare la Palestina dalla presenza israeliana e costruirvi uno Stato islamico. Hamas controlla la Striscia di Gaza dal 2007 e dopo l’attacco di oggi ha invitato “i combattenti della resistenza in Cisgiordania” e “le nostre nazioni arabe e islamiche” a unirsi alla battaglia, in una dichiarazione pubblicata su Telegram. Resta da vedere se la clamorosa offensiva di Hamas contro Israele sarà in grado di infiammare anche la comunità palestinese della Cisgiordania (dove Hamas non ha presa) o la stessa Gerusalemme, come ha paventato in queste ore il patriarca latino della città, il cardinale Pierbattista Pizzaballa. Intanto i soldati israeliani avrebbero respinto un attacco da parte di miliziani di Hezbollah dalla frontiera nord di Israele. Dopo la sorpresa Israele sta reagendo con il pugno di ferro. I raid aerei su Gaza hanno già provocato 200 morti. Resta da capire fino a che punto Israele vorrà e potrà spingersi per vendicare uno degli smacchi più umilianti della sua storia.
Famiglia Cristiana, 07/10/2023
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