PALERMO – “Il 3 settembre 1982 a Palermo la mafia assassinava il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, ferendo mortalmente l’agente Domenico Russo“. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ricordare il 41esimo anniversario di morte di Dalla Chiesa.
IL RICORDO DELL’ATTENTATO
Erano le 21,15 del 3 settembre 1982 quando la A112 in cui viaggiava Carlo Alberto Dalla Chiesa, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro, è stata affiancata in via Isidoro Carinia Palermo da una BMW, dalla quale sono partite alcune raffiche di Kalashnikov che uccisero il generale e la moglie.
Nello stesso momento l’auto su cui viaggiavano l’autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la macchina di Dalla Chiesa, è stata affiancata da una motocicletta, dalla quale è partita un’altra raffica, che ha ferito Russo, morto dopo dodici giorni di agonia all’ospedale di Palermo.
MATTARELLA RICORDA IL GENERALE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
“Nel ricordo di quel tragico evento, l’intera comunità nazionale si stringe intorno agli ideali costituzionali di libertà, solidarietà e giustiziatestimoniati, sino al sacrificio della vita, dall’impegno nelle istituzioni di Carlo Alberto Dalla Chiesa“.
“Nominato Prefetto di Palermo, seppe portarvi la preziosa esperienza maturata negli incarichi precedenti, lottando con determinazione, in un contesto particolarmente difficile, per l’affermazione dei valori della legalità“.
“Carlo Alberto Dalla Chiesa intuì le potenzialità dell’azione della Pubblica Amministrazione per contrastare, insieme all’azione della Magistratura e delle Forze di Polizia, le pretese criminali di controllo dei territori. Il suo esempio interpella oggi la coscienza civica e la responsabilità personale di coloro che ricoprono pubbliche funzioni, chiamati a costituire un efficace argine all’illegalità, alla corruzione e alle infiltrazioni criminali nel tessuto amministrativo ed economico“.
“Il quarantunesimo anniversario dell’attentato di via Isidoro Carini richiama l’intero Paese a uno sforzo corale nell’impegno di lotta alla mafia. Tutta la società italiana deve sentirsi coinvolta: le istituzioni, le agenzie educative, il mondo delle associazioni“.
“Dal contributo di tutti, dall’efficacia delle azioni di contrasto e di prevenzione, dai germi di consapevolezza che la società, le famiglie, la scuola, il terzo settore sapranno far sbocciare nelle giovani generazioni, dipendono la stabile affermazione della cultura della legalità e lo sviluppo di durature prospettive di progresso economico e sociale“.
“Con questo spirito, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica“.
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