Il locale è in via Pignatelli Aragona: qui i fattorini potranno riposarsi. Non c’è la rastrelliera. L’assessore Forzinetti: “Nei prossimi mesi l’avrete”
di Tullio Filippone
All’Epyc, il nuovo hub giovanile di via Pignatelli Aragona, è affisso il simbolo di un fattorino in bicicletta che porta uno zaino rosso. E, appena sotto, si legge “casa del rider”. All’interno dell’ex orfanotrofio Ardizzone, trasformato nella casa dei giovani e delle associazioni, centinaia di fattorini potranno avere uno spazio per ristorarsi, ricaricare le batterie delle bici e riparare i mezzi. Ieri la Cgil, ospite d’eccezione il segretario nazionale Maurizio Landini, ha inaugurato lo spazio che tutti i rider di Palermo chiedevano da tempo, a partire dall’appello lanciato pubblicamente l’anno scorso, al museo Salinas, in occasione dell’incontro per i 25 anni di Repubblica Palermo.
Allora, il 25 ottobre, la rider Olga Giunta chiese al Comune un hub che facesse da base operativa per i colleghi che come lei consegnano merce dalla mattina alla notte, sotto la pioggia o nella canicola. E l’amministrazione, per bocca dell’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta, aveva promesso ai fattorini che avrebbe trovato un posto per loro. Salvo poi fare un passo indietro quando la soluzione è arrivata con l’accordo tra la Cgil, molto attiva con il Nidil nelle battaglie sindacali della categoria, e l’Epyc, un centro di aggregazione giovanile gestito da un gruppo di volontari. Il Comune avrebbe potuto aggiungere un intervento a costo quasi zero, cioè le rastrelliere per le bici di fronte all’ingresso, eppure ancora non si è mosso nulla. «Nei prossimi mesi provvederemo — dice l’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti, unico esponente della giunta presente — apprendo adesso di questa richiesta».
«La casa è l’inizio di un percorso per migliorare le nostre condizioni — dice dal palco Olga Giunta — qui potremo ricaricare le bici, riparare una ruota bucata, ristorarci quando siamo sotto la pioggia o fuori ci sono 35 gradi». Il centro sarà intitolato ad Antonio Prisco, rider e sindacalista napoletano, icona delle battaglie di tutta la categoria, scomparso due anni fa. «Ho fatto 12 ore di viaggio in pullman dalla Puglia per essere qui — dice la sua compagna, Valentina Tafuni — questo posto restituisce dignità a tutti i rider». Le fa eco Landini: «È un luogo dove i fattorini potranno riunirsi e discutere. Soltanto con l’unione di tutti si possono affrontare le aziende per ottenere condizioni contrattuali migliori, è questa l’essenza di un sindacato».
Alle grandi piattaforme i rider come Nicola Greco chiedono ad esempio di poter utilizzare mezzi aziendali, ma la discussione si infiamma quando si parla di sicurezza stradale e aggressioni. «Molti di noi hanno problemi alla colonna vertebrale, sollecitata dalle buche — dice Gaetano Russo, 31 anni, da tre e mezzo in strada per mantenere la famiglia e due figlie — al Comune chiediamo di intervenire sul manto stradale, ho dovuto cambiare a mie spese 15 paravento e ho percorso 51mila chilometri in strade dissestate».
Accanto a Russo c’è anche HassanImam, 32 anni, che è stato accerchiato e aggredito la scorsa settimana da una banda di ragazzini a Ballarò. «È la seconda volta che mi succede, occorre più sicurezza». Altri, come Federica Carollo, hanno subito molti furti: « Mi hanno rubato lo scooter mesi fa, il danno è enorme perché nessuna azienda rimborsa guasti e furti. Non parliamo dei rischi per le donne rider in strada».
La Repubblica Palermo, 19 settembre 2023
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