FABIO GERACI
L'incidente mortale alla fine di una serata spensierata tra amici potrebbe essere stato provocato da una corsa clandestina.
A questa conclusione sono giunti i carabinieri del compagnia di Corleone, che hanno notificato gli avvisi di garanzia a due ragazzi di 19 e 22 anni, entrambi originari del paese. La tragedia - in cui persero la vita Rosario Leto e Giulia Sorrentino, rispettivamente di 16 e 18 anni - avvenne il 15 maggio dell'anno scorso lungo la Statale 118 ma oggi potrebbe essere riletta sotto un’altra luce. All’epoca dai primi accertamenti era emerso che la Fiat Punto con a bordo i due giovani aveva sbandato in curva, finendo fuori strada a causa dell'eccesso di velocità e per la disattenzione di un guidatore inesperto, cioè il minorenne il quale - in base ai racconti dei sopravvissuti - avrebbe guidato l’auto senza patente.
Ma in realtà le cose sarebbero andate diversamente. Le indagini, infatti, hanno accertato che l’auto su cui viaggiavano Leto e Sorrentino stava gareggiando con altre due vetture in una competizione a colpi di acceleratore: i nomi dei conducenti sono stati individuati e per questo adesso sono indagati in concorso per gare clandestine e per aver provocato la morte dei due passeggeri. Gli accertamenti sono ancora in corso per individuare con certezza il nome del terzo guidatore: diversi elementi spingerebbero i carabinieri a credere che alla guida della Punto volata in un burrone non ci fosse Leto ma un'altra persona.
Secondo gli investigatori, infatti, è probabile che tutti quelli coinvolti nell'incidente si siano accordati per fornire la stessa versione addossando la colpa al defunto in modo da preservare l’amico rimasto in vita. Subito dopo quel drammatico sabato sera uno dei sopravvissuti, dopo essersi risvegliato e ripreso dallo choc procurato dai traumi, aveva confermato che al volante c’era il minorenne. Il diciannovenne aveva spiegato che la comitiva era partita da Corleone per raggiungere un pub a Bisacquino e trascorrere lì la serata, così come fanno nei weekend tanti giovani di quella zona della provincia.
All’andata a guidare la Fiat Punto sarebbe stato proprio il giovane di diciannove anni al quale il padre del ragazzo morto avrebbe consegnato le chiavi dell’utilitaria con la raccomandazione di non cedere la guida a nessun altro, peraltro tutti senza patente. Sempre secondo quanto riferito dal testimone, al ritorno Rosario Leto - grande appassionato di motori - avrebbe chiesto di guidare con una certa insistenza riuscendo nel suo intento. Il gruppo si sarebbe così diretto verso Prizzi per raggiungere altri amici ma in un tratto rettilineo il guidatore avrebbe perso il controllo del mezzo, che è schizzato come un proiettile in una scarpata urtando alcuni alberi. Il violentissimo impatto non avrebbe dato scampo ai due fidanzati Rosario e Giulia ma ora, dopo quanto hanno scoperto i carabinieri, la dinamica e le responsabilità di ciò che accadde quella notte potrebbero assumere una valenza totalmente diversa.
GdS, 15/7/2023
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