Il corteo dello scorso 23 maggio |
«Un corteo contro la mafia e il fascismo» potrebbe tenersi lungo le strade della città il 19 luglio, giorno della commemorazione della strage di via D’Amelio.
Organizzato da Our Voice, il movimento principale promotore del corteo non istituzionale del 23 maggio scorso, quando nacquero incidenti con la polizia nel momento in cui quel corteo cercò di confluire nella manifestazione ufficiale: «Abbiamo chiuso il coordinamento 23 maggio sabato scorso e si è aperto un nuovo coordinamento, che il 14 giugno terrà un’assemblea in vista del 19 luglio per parlare di mafia e fascismo in un’ottica intersezionale - spiega Jamil El Sadi, esponente di Our Voice -. Non abbiamo ancora deciso nulla». Ma «l’oggetto principale è costituito da questi due temi». Nella stessa giornata, però, tradizionalmente si tiene la fiaccolata organizzata dalle sigle di destra, area politica a cui notoriamente il giudice Paolo Borsellino apparteneva, come Azione universitaria e Azione giovani, organizzazioni vicine a Fratelli d’Italia.
«Non vogliamo fare - aggiunge Jamil el Sadi - una cosa nello stesso momento. Loro hanno sempre fatto il corteo: la libertà di espressione va garantita anche alla loro fiaccolata e impedirlo sarebbe un atto di censura quanto quello da noi subito il 23 maggio».Le buone intenzioni ci sono tutte, ma si potrebbe camminare lungo un confine molto sottile che sarà certamente ben monitorato. Con Our Voice anche la Cgil, che assicura che «non sarà una giornata di tensione - dice Mario Ridulfo, segretario della Cgil -. Proveremo ad allargare il coordinamento ad altre associazioni, quelle storiche dell’antimafia». E a chi fa notare che il sindacato, un tempo in testa nella lotta alla mafia, oggi si faccia dettare l’agenda risponde: «La Cgil non si fa condizionare da nessuno, abbiamo partecipato con uno spirito di ascolto di questi nuovi linguaggi, di quella parte di società che il sindacato non intercetta - sottolinea -. Non ritengo di essere strumentalizzato, siamo dentro un movimento, ciascuno con la propria storia, ma non vogliamo esercitare un’egemonia: la novità questa volta è che si partecipa alla pari, altrimenti il movimento si sfalda».
GdS, 8/6/2023
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