Il paginone de La Sicilia del 2 settembre 2007 |
Eravamo amici con Sal Palmeri. Ci aveva fatti conoscere il compianto sindaco di Roccamena Pippo Bonanno, con cui erano parenti. Una simpatia ed un rapporto di amicizia che si è mantenuto inalterato dal 2005 a qualche giorno fa, quando improvvisamente ci ha lasciati. Sono triste, molto triste. Non potrò più aspettarlo la prossima estate per passare insieme una mattinata o un pomeriggio. E allora mi piace ricordarlo a me stesso e ai nostri lettori ripubblicando il “paginone” che gli dedicai su LA SICILIA il 2 settembre 2007. Ciao, Sal. Un abbraccio… (Dino Paternostro)
Nel 1958 Salvatore Palmeri emigrò con la sua famiglia negli Usa in cerca di fortuna. Adesso è uno dei dj più amati degli Stati Uniti ed è proprietario di una radio che trasmette in lingua italiana in Connecticut, New Jersey e a New York
di DINO PATERNOSTRO
Era il 1958 quando, da Roccamena, la famiglia Palmeri emigrò negli Stati Uniti d’America, in cerca di fortuna. E lui era ancora «Salvatore», un normale ragazzo di 17 anni, pronto ad inseguire il «sogno americano». Un sogno che avrebbe afferrato alcuni anni dopo a New York, dove diventò «Sal Palmeri, il disc-jockey più amato dagli italiani d’America», e poi il proprietario-direttore della I.C.N. (Italian Communication Network),
una radio con programmi tutti in italiano, in onda - 7 giorni su 7 e 365 giorni l’anno - negli Stati di New York, New Jersey e Connecticut. In questo caldo agosto siciliano, «Sal, l’americano», 66 anni ben portati, è tornato nel suo paese d’origine, a Roccamena, per ricevere una targa d’argento quale premio alla sua splendida carriera. La cerimonia si è svolta tre giorni fa, il 30 agosto, nei locali del municipio, dove tanti suoi concittadini l’hanno festeggiato, facendo a gara per abbracciarlo e posare insieme a lui per una foto-ricordo. A fare gli onori di casa, il dott. Sebastiano Rigoli, uno dei tre commissari straordinari che amministrano il comune, che è stato sciolto per mafia due anni fa. «Oggi – ha detto Rigoli – è una giornata gioiosa per la comunità di Roccamena, che si stringe affettuosamente attorno ad un concittadino illustre, Sal Palmeri, che, emigrato come tanti altri italiani negli Stati Uniti d’America, è riuscito con incessante impegno, con sacrificio, con costanza, ma soprattutto seguendo la via della correttezza e dell’onestà, ad affermarsi culturalmente e professionalmente, conseguendo in un continente così lontano dalla madre patria, il meritato successo…».Il «sogno americano» che si è realizzato, appunto. E la targa-premio, consegnatagli «quale dono ad un uomo di straordinarie capacità comunicative, esempio insigne degli italiani nel mondo…», ha consolidato il rapporto tra l’emigrato di cinquant’anni fa e il suo paese d’origine. «Nella mia carriera – ha
detto, infatti, Palmeri – ho ricevuto tanti riconoscimenti, anche prestigiosi, ma questo lo gradisco particolarmente perché me lo state dando voi, i miei compaesani». Infine, con voce commossa: «Dedico questa targa alla memoria dei miei genitori…». E i suoi occhi lucidi
stavano a testimoniare che non era una frase di circostanza.
«Papà Domenico e mamma Antonia –
dice adesso Sal, con un filo di voce – sarebbero stati felici di questo riconoscimento del comune di Roccamena, perché erano molto legati al paese. Ne parlavano
sempre nella nostra casa a New
York. Ed io ho sicuramente ereditato da loro questo forte legame con la nostra terra d’origine. Se 50 anni fa decisero di lasciare Roccamena ed emigrare in America, lo fecero per dare un futuro a me e ai miei fratelli».
All’inizio, la vita negli States non fu
per niente facile. «Mio padre faceva il
ciabattino – racconta Sal Palmeri – ed io, completati gli studi, decisi di pensare alla mia vita, di cercarmi un lavoro. Ma non cercavo un lavoro qualsiasi, volevo fare l’attore. Papà non capiva, voleva che lavorassi e, per lui, fare l’attore non era un lavoro». Furono mesi di forti contrasti
tra un padre siciliano all’antica e
un figlio che inseguiva un sogno «Ricordo – dice – che diverse sere, quando sedevamo a tavola per la cena, mi chiedeva se avessi trovato un lavoro. Gli rispondevo di no e lui andava su tutte le furie». Poi, a 24 anni, la svolta, casuale e fortunata «Un impresario mi parlò delle
possibilità che poteva offrire la radio
ed un giorno mi accompagnò negli studi dell’emittente Whbi di Newark. Al direttore Bill Blasi dissi che volevo fare
l’annunciatore. E questi mi chiese: "L’hai mai fatto?». Alla mia risposta negativa scoppiò in una fragorosa risata. Poi mi diede un suggerimento: «Acquista spazi radiofonici, cerca degli sponsor per coprire le spese, produci qualche programma e vediamo se va…». Tornai a casa molto contento, perché ero convinto di aver trovato lavoro! Lo dissi a mio padre e lui mi chiese: «Quanto ti danno?». «Per la verità – risposi timoroso
– devo prima trovare degli sponsor…». Papà Domenico andò su
tutte le furie e solo l’intervento di mamma impedì che le cose precipitassero. Ma avevo ragione io e torto papà. Infatti, la radio avrebbe fatto la mia fortuna…».
Sal Palmeri ricorderà per tutta la vita il primo dicembre 1983, il giorno della nascita di Radio ICN, la sua radio. «Erano le 10.30 – dice – quando
con una certa apprensione ed ansia ho dato inizio alla prima trasmissione». D’allora non si è più fermato…«Una vita passata davanti ai microfoni, sempre con una sigaretta tra le dita, le pareti affumicate e sempre quella voglia certosina di dare alla comunità italo-americana ciò a cui lui aveva sempre creduto con tanta ostinazione: una radio che parlasse sempre e solo italiano, malgrado la distanza e le difficoltà
di allora nel comunicare con l’Italia», ha scritto Gaspare Pipitone su "America Oggi" del 2 febbraio 2005. Negli anni, Radio ICN per gli italiani è diventata un mito, un’istituzione. Dai suoi studi sono passati uomini politici come Giulio Andreotti, uomini di spettacolo come Renzo Arbore, cantanti come Domenico Modugno, Claudio Villa, Mino Reitano e Gianni
Morandi. E, a proposito di Morandi, Sal Palmeri ricorda che fu lui a portarlo per la prima volta nel mitico Madison Square Garden. «Era il 1969, in Italia Gianni era sulla cresta dell’onda ed organizzammo l’evento. L’affitto del locale per un giorno ci costò 30 mila dollari (oggi affittarlo per quattro ore costa circa 300
mila dollari), ma il successo fu enorme».
Ma torniamo a Radio ICN. «Siamo riusciti ad entrare nelle case degli italo-americani, nelle fabbriche, nei club, trasmettendo notizie, sport, musica, spettacoli, servizi locali e programmi religiosi, tutto in lingua italiana», spiega con orgoglio Sal Palmeri. E senza avere mai avuto contributi pubblici: «Abbiamo sempre
contato solo sugli abbonamenti, sulla pubblicità e sulla vendita a terzi degli spazi. Il nostro successo si spiega perché la ICN è la prima ed unica emittente radiofonica che tutti gli italiani in America aspettavano da tempo, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di aprire». Lui questo coraggio l’ha avuto. Ed ha avuto anche l’intuito e la capacità di fare accordi con Rai International, che gli hanno consentito di trasmettere ogni giorno dall’Italia, in tempo reale, tre radio-giornali di complessivi 45 minuti. E la domenica di seguire tutti gli avvenimenti sportivi italiani, con commenti e interviste in diretta dai campi di calcio. Per quanto riguarda
la musica, ICN ha trasmesso tutti i generi italiani: dalle canzoni napoletane ai canti altoatesini, da Nilla Pizzi fino alle ultime avanguardie
musicali, da Fausto Papetti ad Enzo Avitabile, da Nino Taranto alla "Smorfia" con Troisi, alle opere liriche. Ma la ICN trasmette anche programmi religiosi: la messa domenicale, le interviste a parroci, ai missionari e agli
esponenti del mondo cattolico, le novene e i tridui in onore della Madonna e dei Santi. Si fermerà a Roccamena ancora qualche giorno
Sal Palmeri. Poi tornerà a New York per provare a vincere un’altra scommessa: affermare la sua nuova azienda di produzione cinematografica e televisiva. Sì, perché da circa un anno Palmeri ha venduto la ICN, dove comunque
continua a curare i notiziari, per provare a sfondare nel cinema e nella Tv. «E ci riuscirò – dice – perché l’entusiasmo non mi manca!».
Un’ultima battuta per il suo paese, per Roccamena. «E’ diversa da come la ricordo da bambino, ma resterà sempre nel mio cuore. La mafia? Non sono un esperto, ma credo sia frutto
di una mentalità da superare. Altrimenti non avremo mai vero progresso». Parola di Sal, l’americano.
Salvatore «Sal» Palmeri è nato a
Roccamena (Palermo) il 17 agosto
1941. Nel 1958, insieme a papà
Domenico, a mamma Antonia e ai
suoi due fratelli, emigrò in America,
stabilendosi a New York, dove seguì
corsi speciali di arte, recitazione e
regia all’Unter College. Agli inizi degli
anni ’60 entrò a far parte della
Compagnia Filodrammatica di
Erberto Landi, famoso impresario di
spettacoli e noto personaggio
televisivo. Per diversi anni ha lavorato
presso la Radio di Gino Calmi. Poi
scrisse una commedia musicale di
grande successo, che gli aprì le porte
verso la carriera radiofonica. A metà
degli anni ’60 svolse l’attività di
impresario teatrale, pur continuando
a lavorare per ben 13 anni nelle
discoteche. Dopo aver frequentato
un corso di studi specifico, iniziò la
sua attività di produttore radiofonico,
conducendo programmi che presto
lo resero famoso tra le comunità
italiane. Il 1° dicembre 1983, Sal Palmeri fondò la ICN, vera voce degli italiani d’America, che ad oggi non ha mai interrotto i suoi programmi,
trasmettendo per 24 ore al giorno
programmi di musica, sport, teatro,
cinema, attualità e informazione.
Grazie all’opera di Palmeri, Radio ICN
è diventata un mezzo importante di
comunicazione e divulgazione della
lingua e della cultura italiana in
America, contribuendo notevolmente a mantenere unite le diverse comunità italiane ed aiutandole a mantenere viva la propria identità.
Recentemente, Sal Palmeri ha donato
alla comunità di Roccamena un DVD,
nel quale racconta i momenti salienti
della sua vita e della sua carriera,
raccogliendo una serie di testimonianze fotografiche sulla
«Sacra Rappresentazione», dove egli
stesso nel 1948 ebbe ad interpretare
il ruolo del «Bambin Gesù».
Lo scorso 30 agosto ha ricevuto dal
comune di Roccamena una targa
d’argento, quale riconoscimento per
la sua carriera e per le sue
straordinarie capacità comunicative,
che lo rendono immagine vera ed
autentica della Sicilia onesta ed
operosa. Adesso sta lavorando ad un
documentario sulla vita di padre
Francesco Cipolla, una figura di
sacerdote a cui Palmeri è rimasto
molto legato, che fu parroco di
Roccamena per diversi decenni.
La Sicilia, 2 settembre 2007
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