lunedì, marzo 20, 2023

La potente luce della cultura illumina il fantasma dello Sperone


di GAETANO PERRICONE

Sensazioni ed energie. Positive, potenti, illuminanti, coinvolgenti. Scaturite da una passeggiata di due ore in un luogo che era e per molti versi è ancora un fantasma e che oggi brilla di arte, colori, speranza. 

E ancora due considerazioni. La prima: lo slogan “se si vuole, si può”, che ho usato come sottotitolo in un mio libro che racconta una meravigliosa storia di diversità vincente e di integrazione autentica, vale sempre e in qualunque luogo se si vuole davvero. La seconda: l’Italia che sembra cambiare, delle donne finalmente ai posti di comando, non si chiama soltanto Giorgia Meloni, Elly Schlein, Silvana Sciarra, Margherita Cassano, ma anche e direi innanzitutto Antonella Di Bartolo e quelle come lei, certamente tante nel nostro Paese, che danno vita e luce ogni giorno a luoghi altrimenti fantasma.


Questa la sintesi di una delle esperienze più belle, emozionanti, gratificanti dal punto di vista della conoscenza e dell’arricchimento umano, che mi sia capitata nella mia ormai antica vita di cittadino- cronista. Ancora più entusiasmante, certamente indimenticabile, perché è stata la chiusura in bellezza di una delle ormai rare visite palermitane, nella mia città splendida e maledetta dalla quale vivo lontano ormai da 25 anni, un quarto di secolo.

E’ stata una mattinata dedicata al tour dei fantastici murales dello Sperone, quartiere palermitano una volta – e nell’immaginario di molti ancora oggi – tra le zone simbolo del degrado della città, al centro di bellissime e coinvolgenti iniziative educative, culturali, di legalità. Davvero d’eccezione la guida: proprio Antonella Di Bartolo, preside dell’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini, (per una scuola nome più che mai di grande potenza evocativa), donna straordinaria e di carisma autentico, artefice e protagonista di un progetto di rinascita che ha ampiamente coinvolto gli abitanti del quartiere. Con noi c’era Maurizio Muraglia, brillante insegnante, ottima penna giornalistica, amico di lungo corso, che ha voluto condividere con noi questa bella esperienza. Non devo essere io a raccontare qui di nuovo quello che la preside Di Bartolo ha fatto da dieci anni e continua a fare ogni giorno nel quartiere e per il quartiere dello Sperone, “u Spiruni“: lo hanno fatto e lo fanno tanti colleghi che seguono con attenzione e passione le sue molteplici iniziative divulgandole sulla stampa locale, nazionale e internazionale. Se oggi, partendo dal nulla, dallo sfascio e dall’indifferenza totale del 2013, l’Istituto comprensivo da lei diretto ha cinque plessi pieni di vita e di speranza per un totale di circa 1200 alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, tutto si deve alla infinita tenacia e determinazione di Antonella, mi permetto di chiamarla confidenzialmente così, di chi le ha dato fiducia e collaborazione e anche della tanta brava gente del quartiere che oggi, lo dice con gli occhi che le brillano, le vuole molto bene. Mi piace riportare le sue parole sull’inizio di questa storia positiva che deve ancora crescere e continuare a lungo. Racconta orgogliosa Antonella Di Bartolo, mentre facciamo le foto insieme davanti al plesso principale dello Sperone-Pertini: “Quando arrivai a dirigerla volevano chiuderla la scuola a pezzi, affidarla a qualche associazione o farla diventare ufficio comunale, era questa l’intenzione dell’assessore comunale di allora, dieci anni fa. Era ottobre e le proposi una scommessa: se entro dicembre riesco a raccogliere 50 iscrizioni, mi fate andare avanti. Ci stringemmo la mano. Cominciò la corsa con il tempo e lo scetticismo più totale, andai subito con i moduli in bianco al panificio più importante del quartiere senza negozi. Ricordo che il giovane titolare voleva liquidarmi senza perdere tempo, ma arrivò il padre e mi chiese: ma allora anche in mio nipotino che ha due anni e mezzo potrà andare a scuola? gli risposi di sì, certo. E così cominciammo a raccogliere iscrizioni e a dicembre, come d’accordo, ne portai cinquanta all’assessore. Non una di più ne una di meno. Ce l’avevamo fatta”.

Gaia, la ragazza del futuro. Nel decennio successivo ne ha vinte tante altre di scommesse l’indomita preside, tra le quali perfino l’abbattimento di una struttura degradata divenuta piazza di spaccio davanti agli occhi dei bambini. 

E poi è cominciata la sequenza dei murales, pieni di gioiosi colori, soggetti stupendi, potenti messaggi, il primo il favoloso Sangu e latti, poi altri sei, li vedrete tutti qui nella fotogallery, ultimo Fratel Biagio Conte, che oggi ridanno vita e visibilità all’antico fantasma. Lo Sperone raccoglie le firme di fuoriclasse mondiali della fascinosissima Street Art: nomi altisonanti come Igor Scalisi Palminteri, Giulio Rosk, Chekos, Medianeras, altri bravissimi ne arriveranno. E come non citare l’entusiasmo per Cesare Cremonini con il progetto La ragazza del futuro che ha preso il volto della piccola, bellissima Gaia? E come non parlare di Sperone 167, con il poderoso coinvolgimento di studenti e comunità di Palermo e Lecce? Dietro tutto questo e altro c’è lei, l’instancabile Antonella. L’ho ascoltata piena di forza e di valori raccontarmi durante il fantastico tour dei murales la sua grande avventura allo Sperone palermitano, dove la polizia segue con premurosa attenzione ogni sua attività e menomale. Ho visto mentre parlavamo il "palo" degli spacciatori bello tranquillo e incurante di altre presenze; ho visto facce sospettose che ci guardavano dalle finestre in alto, ma anche uomini curiosi che ascoltavano le nostre chiacchiere con l’espressione sincera di chi voleva conoscere e imparare; ho visto un solo panificio e zeru negozi, perché meno commercio c’è e più spaccio e altre attività illegali possono svolgersi senza passìo di indesiderati. 

Insomma il fantasma c’è ancora, è sempre lì con la sua faccia cattiva e sarà difficilissimo farlo scappare per sempre. Ma in compenso c’è la luce irradiata dalla grandissima preside Di Bartolo, dalla sua anima e dal suo coraggio, che ormai dilaga tra le vie "du Spiruni", coinvolge la gente, porta i bambini per strada con insegnanti e genitori in tante belle manifestazioni e tremila persone a un concerto. Cose bellissime assai grazie a una persona bellissima assai, che ha qualcosa da rivelare anche su via Messina Marine. Ci indica il lungomare, alle spalle c’è ancora "munnizza" e degrado. “Io ci vengo a prendere il sole, mi piace molto – dice – Se qualcuno pensasse a risanarlo, sarebbe una nuova, straordinaria risorsa per Palermo, un altro pezzo di mare restituito alla collettività”

L’Ora, edizione straordinaria, 19/3/2023

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