Pietro Puleo, vice sindaco di Petralia Soprana (il quInto da sinistra) pronuncia il suo intervento
Raffo di Petralia Soprana, 2 marzo 2023. Il vice-sindaco Pietro Puleo ricorda con parole lucide e appassionate Epifanio Li Puma a 75 anni dal suo sacrificio.
“Noi vogliamo ringraziare oggi la Cgil - ha iniziato Puleo - per il rispetto puntuale di un appuntamento e la capacità di tener vivo ogni anno il ricordo di Epifanio Li Puma, nostro concittadino sindacalista ucciso dalla mafia il 2 Marzo del 1948. La manifestazione di commemorazione assume maggiore importanza quest’anno perché, a 75 anni di distanza da quel tragico evento, la Cgil ha deciso di intestare ad Epifanio Li Puma la nuova sede della Camera del lavoro a Petralia Sottana.
Noi siamo onorati di essere concittadini di Epifanio Li Puma, così come siamo onorati da siciliani di essere concittadini delle centinaia di persone che in questi anni hanno perso la vita in Sicilia nell’adempimento del loro dovere.
Quella di Epifanio Li Puma, nei primi anni del dopoguerra, fu la stagione delle lotte contadine, inizialmente per l’applicazione di una legge dello Stato che rendeva giustizia ai lavoratori della terra e successivamente per l’assegnazione ai contadini delle terre incolte e mal coltivate.
Una lotta di civiltà alla quale si opposero con veemenza i latifondisti e i baroni, con la complicità della mafia che non esitò ad usare il piombo contro i manifestanti ed anche contro inermi cittadini in ogni parte della Sicilia.
E’ trascorso troppo tempo da quel giorno e da quegli anni e questa commemorazione può essere oggi meglio compresa dalle giovani generazioni se collegata alla lunga scia di sangue che ha costellato la storia della nostra terra di Sicilia fino agli assassini più eclatanti degli anni 90 e alle stragi che hanno colpito non solo la Sicilia ma l’Italia intera.
Sotto la minaccia, il piombo e il tritolo della mafia, in più di mezzo secolo, sono caduti ed hanno perso la vita magistrati, politici, sindacalisti, uomini delle forze dell’ordine, preti, imprenditori, commercianti, persone comuni, donne e bambini. Sì bambini e nessuno lo avrebbe mai detto. Un solo nome valga per tutti Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido da vere e proprie belve umane.
Siamo riusciti anche a vergognarci di questa nostra terra di Sicilia, anche per il fatto che molti delitti sono rimasti per tanti anni impuniti e abbiamo in tanti momenti pensato che non saremmo riusciti mai a rialzare la testa.
E invece è successo l’impensabile, proprio nel momento più drammatico della nostra storia, dopo l’omicidio di Falcone e Borsellino, quando tutto sembrava essere definitivamente perduto (come disse tra le lacrime il Giudice Caponnetto), una vera e propria rivoluzione culturale nelle popolazioni, un maggiore e più determinato impegno da parte dello Stato, delle forze dell’ordine e della magistratura, hanno consentito di mettere alla sbarra i boss della mafia e di sentirci più liberi.
Cominciamo ad essere orgogliosi di essere siciliani, lo sono soprattutto le giovani generazioni, meno avvezze alla prepotenza e alle ingiustizie e che hanno dimostrato maggiore sensibilità ai temi della legalità, perché questa Sicilia è cambiata e potrà definitivamente essere liberata dal cancro della mafia per merito dell’impegno, dell’esempio, del sacrificio e del sangue che tanti Siciliani onesti hanno versato in tanti anni.
Noi oggi non siamo qui per commemorare stancamente Epifano Li Puma, bensì per dirgli grazie perché il suo sacrificio e quello di tutti coloro che hanno perso la vita nella lotta alla mafia ha cambiato il volto della Sicilia intera e ci rende ogni giorno più orgogliosi di esserci nati e di viverci.
Noi oggi siamo qui per prendere un impegno solenne, che è quello di continuare in questa battaglia, sapendo che la mafia non è ancora definitivamente vinta e che ha la capacità di rigenerarsi e di rinascere, cambiando metodi e obiettivi affaristici.
Sappiamo però che ci sono le condizioni per sconfiggerla, con il nostro impegno quotidiano, con l’onestà, con il rifiuto delle imposizioni e del malaffare, con la presenza impegnata dello Stato e delle istituzioni.
Questo ci ha insegnato Epifanio Li Puma, questo ci hanno insegnato tutti i martiri della difficile lotta alla mafia”.
Grazie, Pietro!
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