Giovanni Tizian
Sui soldi spesi dalla regione Sicilia per organizzare l'evento a Cannes, durante il festival del cinema, molti aspetti sono ancora da chiarire.
Sappiamo per certo che l'idea nasce quando l'assessore al turismo era Manlio Messina di Fratelli d'Italia nella una giunta guidata da Nello Musumeci, pure lui nel partito di Giorgia Meloni. Il suo successore Francesco Scarpinato non ha abbandonato il progetto, anzi ha stanziato ancora più risorse. Il fatto è che al centro del caso che sta scuotendo la giunta di Renato Schifani c'è una società lussemburghese, Absolute Blue s.a, che a partire dal 2021 ha beneficiato del denaro pubblico regionale per realizzare un progetto di marketing finalizzato ad attrarre produzioni sull'isola.
Tre delibere, approvate in tre anni, hanno autorizzato il pagamento per quasi sei milioni di euro, di cui oltre tre solo per la prossima edizione prevista per maggio 2023. Affidamenti e trattative private senza alcuna gara pubblica. La procedura è sempre identica e l'affidamento cviene deciso senza neppure aspettare una risposta sulla certificazione antimafia. La domanda è sempre stata inserita nella banca dati apposita, ma trascorsi trenta giorni senza risposta sul patentino di legalità, gli uffici regionali del turismo hanno dato il via alla firma del contratto.
Indagini e rimborsi
La versione dei dirigenti è che Absolute è esclusivista per il Festival del cinema in materia di eventi. Non solo: «È un'azienda affermata, che organizza anche alcuni eventi all'interno del Roland Garros e della Champions League», dice Messina. Quindi non c'era alternativa, sostengono. Intanto indaga la Corte dei conti e anche la procura di Palermo sta studiando il dossier. A questo si aggiungono i rimborsi ottenuti da Messina e Scarpinato per i loro viaggi in Francia. Messina per cinque giorni sulla Croisette nello spazio allestito ad hoc ha beneficiato di 3.500 euro dovuti per la missione, vitto e alloggio sono stati pagati da Absolute Blue.
Dietro la società c'è Patrick Nassange, imprenditore e fotografo con il nome d'arte Muja.
Analizzando decine di documenti societari del registro imprese del Lussemburgo, Domani ha scoperto che pochi anni prima che la società lussemburghese entrasse in affari con la regione Sicilia, a occuparsi della revisione dei conti della holding è stata ingaggiata una seconda azienda, Mathilus S.a., che fa capo a un commercialista lussemburghese abbastanza noto e che, come ricostruito da Domani, ha collaborato in passato con un professionista italiano condannato nel 2000 per complicità con la mafia palermitana.
L'ex riciclatore riabilitato
Scavando negli atti societari di Absolut emergono perciò i rapporti della società con professionisti che conducono a interessi enormi nel mondo finanziario, in alcuni casi sospettati di essere vicini a finanzieri in passato condannati per complicità con la mafia siciliana, con la potente cosca dei Graviano del quartiere Brancaccio, retta dai fratelli condannati per le stragi del 1992-1993.
Arriviamo così a Mathilux S.a., che fa capo a Luis Libart, noto professionista nel Granducato con diversi ruoli in altre compagini. E da Libart si arriva a un italiano, Angelo Zito, professionista nato a Bari, conoscitore di Palermo, dal 2000 operativo in Lussemburgo. Il suo nome è stato citato nell'inchiesta giornalistica sui Panama Papers condotta in Italia dal settimanale L'Espresso. Il pool di giornalisti aveva individuato una fiduciaria a Panama che faceva capo a Zito, raccontando dei suoi trascorsi giudiziari sui quali in Lussemburgo avevano sorvolato. La fiduciaria panamense, peraltro, aveva lo stesso nome della storica holding di Zito nel Granducato.
Il rapporto Mathilux-Libart
Nella sentenza, letta anche da Domani, Zito è stato descritto come il professionista che aveva messo a disposizione gli strumenti «per la gestione di ingenti investimenti finanziari e partecipando a riunioni tra gli altri con Nunzia Graviano (la sorella dei padrini, che ha gestito la cosca per conto loro, ndr ) per analizzare e programmare tali investimenti».
Alla fine Zito aveva deciso di collaborare con i magistrati e scelto di patteggiare una pena a un anno e quattro mesi, per poi ottenere la riabilitazione e la cancellazione del provvedimento alcuni anni più tardi. Dopo questa brutta storia Zito ha continuato a lavorare in Lussemburgo e negli anni cresce, diventa un punto di riferimento per corporation attive in diversi settori. Inizia così la collaborazione con Libart, suo subappaltatore, o almeno così è indicato in alcune relazioni ottenuto da Domani relative a un audit interno di una grossa società finanziaria lussemburghese che era in affari con le fiduciarie di Zito.
Ed è in queste verifiche interne che emerge il rapporto con Mathilux e Libart. «Ci tengo a sottolineare che per quanto ne so non esiste il minimo legame o connessione tra la società Absolute Blue Sa e le vicende del signor Zito e dal mio punto di vista personale si tratta di due faccende totalmente separate», dice Libart, che spiega che la sua società svolge il ruolo di «commissario dei conti» di Absolute e di conoscere Nassange dal 2017.
Inoltre il commercialista lussemburghese precisa di aver «collaborato con Zito fino al 2015 e solo per un anno», offrendo il servizio «di contabilità» da libero professionista. Non appena ha avuto notizia del passato giudiziario di Zito, Libart ha interrotto il rapporto contrattuale con lui.
Dalla Sicilia a Cannes
Nassange sostiene di non conoscere né l'ex riciclatore dei clan né altri clienti di Libart. Poi precisa che Absolute Blue collabora da 15 anni con il festival di Cannes e gestisce «in esclusiva anche i rapporti con l'hotel Majestic», l'albergo di lusso dove è stata installata la Casa Sicilia, il cui allestimento da solo costerà nel 2023 quasi un milione di euro. Nassange è il socio effettivo della società. Conferma di conoscere Libart, ma dal 2015. Sull'anno la versione un po' diversa rispetto a quella fornita dal commercialista lussemburghese, che ha indicato il 2017 come anno di incontro con Nassange.
Un rapporto di affari tra la regione e la holding Absolute Blue che dura dal 2021. Con una costante: ogni anno i costi lievitano, si è passati così dai 93mila del 2021 a più di tre milioni stanziati per l'edizione del 2023. Con relativi rimborsi per le trasferte degli assessori attuali e precedenti della giunta di Nello Musumeci (ora ministro per la protezione civile e delle politiche del mare). Assessori che nell'esecutivo passato e in quello attuale appartengono a Fratelli d'Italia. Insieme per volare a Cannes hanno ottenuto dalla regione un rimborso di quasi 9mila euro, nella somma è compreso anche quello dato al capo di gabinetto.
E dunque l'assessorato al turismo, retto da tre anni da uomini del partito di Giorgia Meloni, è riuscito nell'impresa di affidare questa montagna di quattrini a una società di cui si conosce pochissimo, anche perché ha sede in Lussemburgo, ritenuto il più importante paradiso fiscale insieme a Malta dell'Unione Europea. Holding i cui conti sono curati da un commercialista in passato collaboratore di un ex riciclatore della mafia siciliana.
Il tutto senza aver mai ricevuto un verdetto da chi dovrebbe rilasciare la certificazione antimafia, ma questo non è colpa della regione, semmai della lentezza delle prefetture oberate di lavoro e perciò poco reattive nelle risposte.
Che qualcosa non quadri lo ha capito anche il governatore Renato Schifani, che ha intimato al dirigente del Turismo di ritirare gli atti che possano essere «produttori di danno e responsabilità in capo alla regione Sicilia in relazione alla partecipazione al prossimo festival di Cannes». Un avviso chiaro ai Fratelli d'italia siciliani, forza di maggioranza sì, ma di una coalizione in gran subbuglio.
domani.it, 14/1/2023
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