Cerimonia in viale Campania, alle 15 nella sede Assostampa di via Crispi corso sulla libertà, diritto di cronaca e nuovi rischi
Davide Ferrara
Oggi alle 9 avrà luogo la commemorazione di Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia in viale Campania la sera del 26 gennaio del 1979.
La manifestazione, che è organizzata dall’Associazione siciliana della stampa e dal Gruppo cronisti siciliani, si svolgerà proprio in viale Campania, dove una targa ricorda che 44 anni fa Leoluca Bagarella fece partire il proiettile che tolse la vita al giornalista.
Nel pomeriggio, alle 15, nella sala Orlando Scarlata, in via Francesco Crispi numero 286, è stato organizzato un corso di formazione sul tema «La libertà di stampa e limiti del diritto di cronaca. I rischi e i diritti dei cronisti con la nuova normativa»:
Roberto Leone, vicesegretario regionale Assostampa, avrà il compito di coordinare i relatori, tra i quali spiccano Beppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa, Clelia Maltese, presidente della sezione di Palermo dell’associazione nazionale magistrati, Salvo Palazzolo, inviato di Repubblica che da anni segue le più importanti inchieste giudiziarie in Sicilia, Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno per l’informazione, associazione che si occupa dei giornalisti minacciati.Proprio sul sito dell’associazione (www.giornalistiuccisi.it) è possibile leggere la storia di Mario Francese, l’intera vicenda giudiziaria per scoprire i suoi assassini, i riconoscimenti assegnati alla sua memoria, documenti e informazioni sulla sua attività giornalistica: Francese era nato a Siracusa, ma viveva a Palermo. Iniziò la sua carriera come telescriventista dell’agenzia Ansa per poi collaborare con La Sicilia di Catania. Nel 1958 venne assunto dall’ufficio stampa dell’assessorato ai Lavori pubblici della Regione siciliana, dal quale dieci anni dopo si licenziò per lavorare a tempo pieno con il Giornale di Sicilia, con cui aveva già intrapreso precedentemente una collaborazione.
Si occupò di cronaca nera e giudiziaria, entrando in contatto con i temi del fenomeno mafioso: fu tra le firme dei pezzi sulla strage di Ciaculli, per il processo ai corleonesi del 1969 a Bari, dell’omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e fu l’unico giornalista ad intervistare la moglie del capo dei capi, Antonietta Bagarella. Nelle sue inchieste, documentò il sacco edilizio che colpì la città e osservò da vicino il sistema degli appalti pubblici. Quando Cosa nostra, dopo il terremoto del Belice, approfittò della ricostruzione per fare grandi affari, Francese fece una inchiesta dalla quale emersero gli intrighi che si nascondevano dietro l’espropriazione dei terreni per la costruzione della diga Garcia. Per il suo omicidio sono stati condannati Totò Riina, Leoluca Bagarella individuato come l’esecutore materiale del delitto, Raffaele Ganci, Michele Greco e Bernardo Provenzano.
Nel 1993, ventuno anni dopo la sua morte, fu istituito il premio giornalistico Mario Francese, che lo scorso 19 dicembre, giunto alla sua XXIV edizione, è stato consegnato al giornalista Mario Barresi che ha voluto condividere il riconoscimento con «tutti i colleghi che fanno questo mestiere, magari per 3 euro a pezzo. La pallottola non arriva più, arrivano però lettere di studi legali, richieste di risarcimento, querele, e questo non è facile da affrontare per tanti colleghi soprattutto freelance». Alla giornalista Rai, inviata in Ucraina, Lucia Sgueglia è stato assegnato invece il Premio intitolato alla memoria del figlio di Mario Francese,Giuseppe, anch’egli giornalista, suicidatosi il 3 settembre 2002 all’età di 36 anni.
Proseguono, infine, gli interventi al Giardino della memoria di Ciaculli: la difficile opera di manutenzione in questi ultimi mesi si è concentrata sul ripristino di alcune delle targhe particolarmente danneggiate. Sono state rifatte quelle in memoria dei giudici Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte. In questi giorni inoltre sono state realizzate le targhe di Mario Francese, Beppe Alfano e Pippo Fava, uccisi tutti nello stesso mese di gennaio in anni diversi. Le nuove targhe collocate al Giardino la memoria sono state realizzate in plexiglas con un materiale resistente alle intemperie e all’usura del tempo.
GdS, 26/1/2023
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