Gianluca Vialli
di Francesco Alì
Un altro grave lutto ha colpito il mondo del calcio e non solo. In poco tempo, dopo Maradona, Paolo Rossi, Claudio Garella, Siniša Mihajlović, Pelè, è volato via anche Gianluca Vialli. A soli 58 anni, l’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea e della Nazionale, si è spento a Londra a causa di un tumore al pancreas. «Dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori» – ha scritto la famiglia in una nota ufficiale. Con Vialli se ne va un pezzo di spensieratezza di più di una generazione. Lo amavano i papà e i figli che hanno potuto ammirarlo tra gli anni Ottanta e Novanta grazie alle sue imprese nel calcio giocato. Oggi, grazie alla vittoria agli Europei dove ha ricoperto il ruolo di capo delegazione e motivatore della squadra, lo amano e lo piangono anche gli adolescenti. Con lui se ne va un pezzo del bel calcio italiano, quello delle “Notti magiche” di Italia ’90, che in quegli anni era il più bello e il più forte del mondo.
Tutti sanno chi è Vialli.
Tra i migliori attaccanti del mondo negli anni Ottanta e Novanta, sicuramente tra i migliori italiani di tutti i tempi. Grandissimo cannoniere. Vincitore di numerosi trofei nazionali ed internazionali, ha totalizzato 59 presenze e realizzato 16 reti nella Nazionale italiana, ha partecipato a due Mondiali: Messico 1986 e Italia 1990 (conquistando il terzo posto con la squadra azzurra che era oggettivamente la più forte del torneo) e un Europeo (Germania Ovest 1988). Si è classificato settimo nelle edizioni 1988 e 1991 del Pallone d’oro. Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. La Gazzetta dello sport ci ricorda che «Tutto iniziò in un castello del XV secolo, a due passi da Cremona, dove Gianluca Vialli è cresciuto in una famiglia agiata, dove ha tirato i primi calci al pallone, ha alimentato il suo sogno di diventare un calciatore, ha festeggiato le vittorie più importanti, dove spesso si è rilassato dalle fatiche agonistiche e mentali, dove ha trascorso i momenti più delicati della sua recente malattia, dove avrebbe voluto condurre all’altare le sue figlie». Il “buen retiro” di un calciatore che non viene da un quartiere povero come Pelè o Maradona, che non ha bisogno di riscatto sociale né ha fame di rivincite da prendersi attraverso il calcio. Una favola al contrario. Lui è già un dandy prima di diventare famoso, ma lo è con stile e sobrietà, senza bisogno di doverlo esibire né prima né dopo l’avvento dei selfie.
«È un talento del calcio e questo si capirà ben presto, un talento che per il giovane Gianluca sarà il trampolino di lancio per il trasferimento dalla periferia al mondo. Era minuto e con una montagna di capelli ricci quando la Cremonese lo acquistò per mezzo milione di lire» si legge nell’approfondimento della Gazzetta dello sport. Quando fu incoronato campione aveva, invece, potenti muscoli (che procurarono non poche polemiche sulla rapidità con cui si svilupparono) e la testa rasata con cui lanciò la moda della bellezza dell’uomo calvo. «A Cremona arriva Mr. Emiliano Mondonico – prosegue l’approfondimento del quotidiano sportivo – e con lui la prima esplosione calcistica del giovane Gianluca che portò i grigiorossi alla promozione in serie A. Poi fa le valigie per la sua nuova squadra, la Sampdoria del patron Paolo Mantovani dove troverà il suo completamento calcistico perfetto: Roberto Mancini. In panchina inizialmente Mr. Eugenio Bersellini, ma i fuochi d’artificio arrivano insieme a Mr. Vujadin Boskov: Coppa Italia 1988 e 1989, Coppa delle Coppe 1990, Supercoppa italiana 1991, lo storico scudetto del 1991, l’ultimo ad un club provinciale. Infine, la sconfitta dolorosa nella finale della Coppa dei Campioni 1992, persa nei tempi supplementari con il Barcellona guidato da Cruijff, dice che è arrivato il momento di dirsi addio. Così, nel 1992, Vialli approda alla Juventus di Roberto Baggio e del giovane Alex Del Piero. I primi anni le cose non vanno benissimo, ma poi arriva Marcello Lippi. Insieme a lui gol, scudetto e champions. Infine, l’avventura al Chelsea da allenatore-giocatore. Vialli diventa una leggenda per quel club con cui vince cinque trofei in soli tre anni: Coppa di Lega, Coppa delle Coppe, Supercoppa Uefa, Coppa d’Inghilterra e Charity Shield. Comincia una nuova carriera da commentatore sportivo, scontata per un calciatore che già sapeva usare i congiuntivi ed era bravissimo a fare, allo stesso tempo, commenti interessanti, taglienti e misurati».
Ma i successi sportivi non sono sufficienti per comprendere la stima e l’affetto mondiale che lo circondano.
Nel luglio del 2021, con la malattia già in corso, la nuova avventura nel calcio, la vittoria e il titolo di Campioni d’Europa, dopo 50 anni, con la Nazionale italiana che ha affrontato e sconfitto in finale, sull’erbetta del Wembley Stadium, i padroni di casa dell’Inghilterra. I ragazzi di Mancini e Vialli hanno vinto 4-3 ai calci di rigore, dopo essere passati in svantaggio nel primo tempo e aver pareggiato nel secondo, e dopo i tempi supplementari conclusi a reti inviolate. Gli azzurri hanno vinto la finale e, prima ancora, durante tutto il torneo perché si sono dimostrati squadra, perché sorridenti e scanzonati, perché si sono impegnati e hanno avuto rispetto per tutti gli avversari che hanno incrociato lungo la strada. Con loro hanno vinto la bravura e l’umanità del CT Mancini e di Gianluca Vialli, insieme alla loro lunga amicizia. Indimenticabili l’abbraccio e le lacrime a fine gara.
In questi ultimi cinque anni Vialli ha dedicato le sue forze anche alla sfida che gli ha lanciato il cancro. Lo ha fatto con stile e sobrietà. Nel suo stile. Non ha abbandonato tutto il resto. Ha solo fatto selezione dedicandosi alle cose più importanti. E in un mondo che comunica, urla e ostenta attraverso social e selfie, lui ha deciso di raccontare la sua storia, a bassa voce, attraverso un libro, Goals.
Il 6 gennaio, purtroppo, è arrivata la notizia che tutti temevamo, che cercavamo di allontanare dai nostri pensieri dopo l’aggravamento delle sue condizioni di salute dei primi di dicembre: Gianluca Vialli non ce l’ha fatta. «Il cancro che era salito sul suo treno, che aveva intrapreso il viaggio con lui, questo ospite indesiderato – così si esprimeva Vialli quando ne parlava – purtroppo non si è stancato e non è andato via come lui sperava». Come tutti speravamo. «Non era una battaglia contro la malattia la sua, sarebbe stata impari, il cancro è più forte ‒ spiegava Gianluca ‒ era una convivenza forzata che lo aveva reso un uomo migliore. Gli aveva dato l’opportunità di concentrarsi sulle cose importanti della vita».
Vialli era riuscito a trovare il lato positivo anche nella malattia. Ecco perché lo abbiamo amato. Di Vialli abbiamo amato il suo modo di andare contro la retorica della forza di volontà nel combattere la malattia. Perché contro la retorica del “guerriero” ha fatto vincere la dolcezza della precarietà umana, l’umiltà della accettazione pur senza cadere nella rassegnazione e in questo ha dato conforto e dignità a tutte le persone che sentono addosso il peso della propria malattia. E grazie a Vialli, a tutte queste persone, più forte arriva oggi il nostro pensiero. Il pensiero di tutti quelli che lo hanno amato. Ecco il grande messaggio della leggenda Gianluca Vialli.
Oggi tutto il calcio internazionale è in lacrime per la sua scomparsa. Sui siti ufficiali e sui social un mare d’affetto. La FIGC, per ricordarlo, ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana. La Juventus lo saluta così: «Ciao Gianluca. Arriva la notizia che speravamo di non ricevere mai. Ci lascia un campione, anzi, una leggenda, un grande uomo, un pezzo di noi e della nostra storia». Il club bianconero ha voluto rendergli omaggio attraverso un video con le immagini dell’ex calciatore che alza al cielo la Champions League, dopo la vittoria nella finale del maggio 1996 contro l’Ajax. «Di strada insieme ne abbiamo fatta parecchia, crescendo e cercando, vincendo e sognando» – si legge nella nota ufficiale. «Sei uno di noi» si legge sul sito della Sampdoria: «Sei arrivato ragazzino, ti salutiamo uomo. Ti ricorderemo ragazzo e centravanti implacabile, perché gli eroi son tutti giovani e belli e tu, da quell’estate 1984, sei stato il nostro eroe. Forte e bellissimo, con quel 9 stampato sulla schiena e il tricolore cucito sul cuore. Condottiero della Sampdoria più forte, in coppia là davanti con il tuo gemello Bobby Gol». Anche il Chelsea esprime emozione e cordoglio: «Appena ha varcato la soglia dello Stamford Bridge, quando era già una stella del calcio mondiale, Luca ha dichiarato il suo desiderio di diventare una leggenda del Chelsea. È un traguardo che ha indubbiamente raggiunto, venerato per il suo lavoro in campo e in panchina durante alcuni degli anni di maggior successo della nostra storia. Amato dai tifosi, dai giocatori e dallo staff dello Stamford Bridge, Luca mancherà moltissimo non solo alla comunità del Chelsea, ma a tutto il mondo del calcio». Il presidente del Chelsea Todd Boehly e il comproprietario Behdad Eghbali hanno dichiarato: «Questo è davvero un giorno terribile per il Chelsea Football Club. La leggenda di Gianluca continuerà a vivere allo Stamford Bridge. Il suo impatto come giocatore, allenatore e soprattutto come persona sarà scritto per sempre nella storia del nostro club». E dal club della Cremonese dove Vialli ha cominciato: «Ci sono notizie che ti raggiungono anche quando non vorresti mai. Che dentro ti lasciano dolore e smarrimento. Gianluca Vialli se n’è andato lasciandoci tutti più soli. Con noi resterà però per sempre quel suo sorriso sornione da eterno ragazzo. L’amore tra Vialli e la maglia grigiorossa è antico e senza fine: profondo come gli amori che si coltivano per un’intera vita». La Nazionale italiana di calcio si affida a un tweet: «Ciao Gianluca, non ti dimenticheremo mai».
Ma è tutto il mondo dello sport che piange e gli rende omaggio. «Lo sport italiano e il calcio in particolare oggi hanno perso un campione ma soprattutto un uomo tutto di un pezzo», così il presidente del CONI Giovanni Malagò, che ricorda «la data del 26 febbraio 2006, quando Vialli, assieme ad altri campioni, portò la bandiera Olimpica nel corso della cerimonia di chiusura dei Giochi Invernali di Torino 2006, unico calciatore ad aver avuto questo onore». Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina ha voluto ricordarlo così: «Quello che ha fatto per la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Sono profondamente addolorato, ho sperato che riuscisse a compiere un altro miracolo, eppure mi conforta la certezza che quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile, in Nazionale e in tutti coloro che ne hanno apprezzato le straordinarie qualità umane». E il presidente FIFA, Gianni Infantino, ha dichiarato che con Vialli «Il calcio perde uno dei suoi sorrisi più belli e positivamente contagiosi. Il sorriso di chi ha vinto, trascinando nella propria felicità i piccoli che stavano diventando grandi, come ai tempi della Sampdoria. Il sorriso mantenuto nonostante la malattia, durante la sua ultima esperienza con la Nazionale italiana». È stato un grande calciatore – ha proseguito Infantino ‒ e un uomo intelligente». Anche la Lega Serie A ha voluto ricordare «Con profondo dolore e commozione il campione dentro e fuori dal campo che ha sempre saputo unire sensibilità e grande forza interiore». Così il presidente Lorenzo Casini: «Gianluca ha lottato strenuamente, lasciandoci un’indimenticabile lezione di vita, e lo ricorderemo per sempre come uomo che ha affrontato a testa alta una tremenda malattia. Lui, come Sinisa, ha percorso con coraggio un sentiero difficile, fornendo un esempio che è stato di grande aiuto per tutti. Sono stati campioni in campo e fuori».
In Italia, su Twitter, l’hashtag Vialli è al primo posto. Dai campioni dello sport che lo hanno conosciuto, al mondo istituzionale e della politica, su tutti i social è un susseguirsi di parole commosse e di riconoscimento delle sue grandi doti umane e sportive. Roberto Baggio ricorda così l’amico: «È sempre difficile accettare e comprendere il mistero della vita. Soprattutto quando vieni strappato all’affetto dei cari così giovane e così presto. Caro Gianluca, auguro al tuo viaggio celeste di essere avvolto dalla luce tranquilla per il tuo eterno riposo. Il mio più profondo pensiero lo rivolgo a sua moglie, ai figli, ai genitori, ai fratelli, ai cari amici. Con il tuo sorriso e l’allegria porta anche lassù il tuo amato pallone. A noi rimarrà per sempre il tuo coraggio ed il tuo prezioso esempio. Buon viaggio Gianluca». Il CT ed ex calciatore Antonio Conte ha voluto ricordarlo pubblicando una foto «A cena insieme a Londra pochi mesi fa mentre ricordavano le avventure e le battaglie sul campo». «Purtroppo – ha aggiunto nel suo post ‒ in questi ultimi anni ne hai dovuta combattere una grande e terribile di battaglia nella Vita. Ti ho detto e scritto che sei sempre stato una fonte d’ispirazione per me come mio Capitano e per come ti stavi dimostrando Forte, Fiero e Coraggioso, lottando come un leone contro questa malattia. Sempre nel mio cuore Amico mio». Sconvolto il suo compagno di squadra nella nazionale delle “Notti Magiche” di Italia ’90 Totò Schillaci: «Non ci sono parole per descrivere questo momento. L’unica cosa è trovare nel tempo, ricordi e legami che non può portare via nessuno, nemmeno la morte. Non so dove tu sia ora che sei andato via, ma so per certo che resterai per sempre nel mio cuore». Così David Beckham su Instagram: «We love you Gianluca. Ciao my friend». Buffon ha pubblicato la foto della maglia della Samp ricevuta in regalo da Gianluca Vialli: «Sei stato un gigante, così in campo come nella vita. Hai lottato fino alla fine a testa alta con una dignità unica. Questa maglia che mi regalasti ha un valore inestimabile e ogni volta che la guarderò non potrò che dirti grazie per tutto quello che hai fatto. Il vuoto che lasci è immenso». Ha parlato di «Un giorno duro», in conferenza stampa, Carlo Ancelotti, l’allenatore del Real Madrid, mentre Alex Del Piero, pubblicando la foto di un momento di felicità congiunto con la maglia bianconera, ha scritto: «Nostro Capitano. Mio Capitano. Sempre».
Anche la politica ha voluto omaggiarlo, maggioranza e opposizione. «Non dimenticheremo i tuoi gol, le tue leggendarie rovesciate, la gioia e l’emozione che hai regalato all’intera nazione in quell’abbraccio con Mancini dopo la vittoria dell’Europeo. Ma non dimenticheremo soprattutto l’uomo. Addio Gianluca Vialli, Re Leone in campo e nella vita» è il messaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Così, su Twitter, il segretario del PD Enrico Letta «Che grande tristezza. È una parte di tutti noi che se ne va oggi. Classe, passione ed eleganza. Come sempre lo abbiamo ammirato». «Gianluca Vialli ha affrontato i mesi più duri della sua vita sfidando la malattia come gli avversari sul campo, con forza, tenacia, passione. Ci lascia prodezze e gioie sportive indimenticabili, ci lascia un grande esempio fuori dal campo», scrive su Twitter il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.
Silenzio dal suo amico del cuore, Roberto Mancini. Di Vialli e Mancini “Gemelli del gol” ricorderemo le prodezze calcistiche nella Samp e nella Nazionale, prima l’Under 21 e poi quella maggiore. Erano “Gemelli diversi”, però. Si diceva “Senza Mancini non ci si diverte, ma senza Vialli non si vince”. C’era sempre lo zampino di Mancio nei gol di Vialli e quello di Gianluca nei gol di Roberto. Ma ricorderemo per sempre anche quell’abbraccio e quelle lacrime dopo la vittoria agli Europei. Vialli ha raccontato che in quell’abbraccio c’erano «amore, amicizia, paura per quello che stava attraversando». Mancini con quell’abbraccio gli ha detto «Ti voglio bene come quando eravamo ragazzini».
Treccani.it, 7 gennaio 2023
1 commento:
RIP Gianluca! L'unica nota stonante: la Meloni ne approfitta per farsi propaganda politica!! Leoluca criscione Svizzera!
Posta un commento