di Miriam Di Peri
C’è tutto lo stato maggiore del Pd palermitano all’assemblea convocata dal segretario Rosario Filoramo a Bonagia per l’analisi del voto e l’apertura della fase congressuale. Da Antonello Cracolici a Giuseppe Lupo, da Attilio Licciardi ad Antonio Rubino, passando per Milena Gentile, Magda Culotta, Fabio Teresi, Franco Ribaudo.
Ma alla riunione che il Pd apre alla società civile rispondono anche tanti volti nuovi. Freschi di iscrizione, come la neo deputata Valentina Chinnici e l’ex portavoce di Claudio Fava in commissione antimafia Sergio Lima, o semplici curiosi, come la consigliera comunale di Progetto Palermo Mariangela Di Gangi, l’ex deputata 5 Stelle Claudia La Rocca, il segretario della Cgil provinciale Mario Ridulfo, il segretario regionale dell’associazione dei medici di base Luigi Galvano, l’editore Ottavio Navarra.
Ad aprire i lavori, il segretario Filoramo, che nella sua relazione rivendica la scelta simbolica del luogo di periferia. Poi la lunga analisi del voto: « Un elettore su due ha votato il simbolo, alla faccia di chi ci disegna come un insieme di correnti».
Se alla vigilia delle Regionali Filoramo era stato critico sulla scelta di Caterina Chinnici, adesso rilancia la sua linea. « Dobbiamo chiudere la stagione del papa straniero. Abbiamo donne e uomini che possono rappresentarci a tutti i livelli». L’obiettivo resta quello dell’apertura alla società civile: « Rientriamo in sintoniacon ciò che si muove in città, col lavoro che si sta facendo a Ballarò, con le iniziative promosse allo Sperone da Antonella Di Bartolo, o allo Zen da Mariangela Di Gangi».
C’è spazio anche per la critica a Roberto Lagalla: « I rifiuti continuano a marcire, le bare restano insepolte. Avanza l’immagine di consiglieri impegnati a chiedere favori per i loro clientes. È il pericoloso odore degli anni ’80, dobbiamo tenere alta la guardia » . Per Filoramo non ci sonodubbi: « Congressi a tutti i livelli. Non sprechiamo quest’occasione di costruire un partito libero da tutti i vincoli».
Segue un dibattito molto serrato, in cui vengono fuori le tantissime crepe di un partito in cerca della sua identità. È così per l’ex presidente della Noce Fabio Teresi, primo dei non eletti in consiglio comunale: «Io non ho paura delle aperture, ma ne ho visti tanti che hanno goduto delle aperture quando c’era da raccogliere, lasciando indietro chi aveva seminato».
L’ex responsabile organizzazione del Pd Sicilia Antonio Rubino è il più critico: « Abbiamo perso. C’è un gruppo dirigente che si deve assumere la responsabilità. Perché molti dei presenti sono qui oggi e non sono stati coinvolti prima?». Per Rubino non ci sono dubbi: «Va nominata subito una commissione per il congresso». A motivare la platea è Antonello Cracolici: « Parliamo dei nostri pochi circoli, ma gli altri partiti non hanno sezioni, l’unica forma embrionale siamo noi. Non siamo dinanzi a una crisi di consenso, ma di immagine che stiamo dando di questo partito. O affrontiamo questo problema o non si esce dalla crisi».
Durissimo l’intervento del sindaco di Belmonte, Maurizio Milone: «Almeno i 5 Stelle parlano di reddito di cittadinanza e bonus 110. Noi di che parliamo? Siamo diventati il partito del ddl Zan. Rappresentiamo una parte irrisoria del ceto medio: non parliamo agli operai, ai precari, ai giovani. Dobbiamo tornare ad essere un partito con la dignità di un partito di sinistra». Sulla stessa linea Gaetano Cesareo, storico militante del Pd cittadino: « Non possiamo essere un partito votato all’assistenzialismo, la sinistra è tale a partire dalla difesa del lavoro e dei diritti dei lavoratori». « C’è un’area che guarda al Pd come unico spazio politico possibile – avvisa Sergio Lima – Assemblee come queste sono utili se il Pd diventa uno spazio attraversabile, in cui si possono costruire vertenze».
La Repubblica Palermo, 5/11/2022
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