Un reperto dell’area archeologica di Entella conservato nell’Antiquarium |
NICOLÓ GRAFFAGNINI
La notizia è stata data dal sindaco Leonardo Spera nel corso della conferenza di presentazione dei risultati della campagna di scavi 2022 della Scuola Normale Superiore di Pisa. Infatti è stato ultimato il progetto dell'Antiquarium ed inviato per l'approvazione e il finanziamento all'Assessorato dei Beni Culturali. Naturalmente la Missione della Normale di Pisa ha lavorato anche nel vecchio Antiquarium, in parallelo alla campagna di scavi, per contribuire con le schede tecniche al progetto della Nuova Esposizione nelle nuove Sale previste.
Nel corso della conferenza è stato anticipato dai due relatori dello staff che alcuni modelli in 3D, in preparazione da parte del gruppo fotografi, saranno una tra le tante novità e quasi faranno toccare con mano ai visitatori le Aree della Rocca di Entella interessate dalle varie campagne di scavi.
Tra i relatori da remoto (Pisa) e in streaming, la d.ssa Cecilia Parra che ha seguito gli scavi di Entella e il Progetto del Primo Antiquarium, con l’allora Direttore della campagna di scavi della Normale Prof. Giuseppe Nenci, fino alla inaugurazione del 1996.
La ricerca archeologica, iniziata nel 1983 da parte della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha finora documentato una frequentazione del sito dall'età del bronzo antico (XIII sec. a.C.) fino al 1246. All'età ellenistica (IV - III sec. a.C.) risale un grande magazzino pubblico per derrate alimentari costituito da più ambienti allineati che hanno restituito grandi contenitori fittili per granaglie (Orci ) e numerose anfore votive.
I resti di due castelli documentano la fase di vita medievale, con ritrovamenti di reperti ceramici e monete databili nella prima metà del XIII secolo.
Con la ripresa degli scavi nel 2020 nell'area centrale versante Est, iniziati fin dal 1986, si è andato delineando un grande complesso monumentale su quattro terrazzamenti: cava, struttura sacra, edificio in più stanze detto ”il granaio pubblico“, i cui orci ora sono temporaneamente esposti ad Erice.
Ancora non si è riusciti a ritrovare i confini di un’area sacra vasta circa mq 3500.
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