Carlo Cottarelli
DI CARLO COTTARELLI
Caro Direttore, chiedo la sua ospitalità per ritornare sul tema dellaflat tax e, in particolare, su una questione: chi ci guadagna con la flat tax? Ci sono tante versione di flat tax, ma mi focalizzo sulla proposta della Lega perché è stata già dettagliata nel disegno di legge 1831 del Senato del 2020. Questo disegno di legge, se approvato, porterebbe al passaggio dalla situazione attuale (che la Lega chiama “fase 1” della flat tax perché questa già esiste per le partite IVA fino a 65.000 euro) alla “fase 2” quando l’aliquota “piatta” del 15% sarebbe estesa ad altri contribuenti e alla fase 3, quando (oltre ad altri cambiamenti di minore rilevanza) la tassa al 15% sarebbe estesa a tutti. Quanto segue è basato su una nota preparata dallo studio commercialista Crea Giaccari Associati che si può trovare al sito www.carlocottarelli.it. Per valutare gli effetti della flat tax nella fase 2 la Lega ha messo a disposizione una app che calcola, dato il reddito e le caratteristiche del nucleo familiare, quanto una famiglia paga ora di tasse e quanto pagherà con la flat tax.
C’è un problema con questa app: il calcolo non tiene conto che ora una famiglia beneficia solitamente di deduzioni, detrazioni e crediti di imposta che sarebbero abolite con la flat tax. Il carico fiscale attuale è quindi sovrastimato. Prendiamo, per esempio, un single con un reddito di 28.000 euro, spese mediche per 600 euro e interessi passivi sul mutuo casa di 1650 euro. La app dice che il risparmio con la flat tax è di 319 euro. Ma, considerando le deduzioni per spese mediche e mutuo, col la flat tax si pagherebbero 84 euro in più. Il contribuente può sempre optare per restare con il trattamento attuale (la “clausola di salvaguardia”), ma il risparmio sarebbe comunque zero. Fra l’altro, dove è la semplificazione che, si dice, arriverebbe con flat tax se il contribuente deve comunque andarsi a calcolare se gli conviene restare o meno nel regime attuale? In generale, la app sovrastima il risparmio di tasse per importi di1000-1500 euro, a seconda del reddito e degli importi deducibili.Fase 3: qui non c’è una app e i calcoli ce li dobbiamo fare da soli. Consideriamo il caso di un single, lavoratore dipendente, con spese mediche per 600 euro (a qualunque livello di reddito per semplicità) e spese per il mutuo crescenti al crescere del reddito (vedi nota sopra citata per i dettagli). In questo caso, il risparmio per chi ha un reddito di 30.000 euro è di 1569 euro. Chi ha un reddito molto elevato, per esempio 600.000 euro, risparmia invece di 185.255 euro, 112 volte tanto. La flat tax è un regalo enorme a chi ha redditi già alti: lo sconto sulle tasse cresce (in euro e in termini percentuali) al crescere del reddito.
Chi ci guadagna allora? Tutti, verrebbe la tentazione di dire. Non potrebbe esserci risposta più sbagliata.
Bisogna infatti considerare che la flat tax costa decine di miliardi e che questi devono essere finanziati o con altre tasse o tagliando i servizi pubblici. Questo significa meno sanità pubblica, meno istruzione, meno sicurezza, trasporti, solo per citarne alcuni. E se i più ricchi già non usufruiscono di questi servizi perché si affidano al privato, a pagare interamente il conto sarebbe il resto della popolazione, cioè chi percepisce redditi medi e bassi. In sostanza, la flat tax è un grande regalo a chi ha già molto, finanziato da chi ha di meno. Questo a meno di voler credere alla storiella che la flat tax si autofinanzia da sola per l’aumento della crescita economica. È la cosiddetta trickle down economics, l’economia del gocciolamento di reaganiana memoria, secondo cui tagliare le tasse ai ricchi fa bene a tutti. Sono idee vecchie, smentite dai fatti. Il che spiega perché i Paesi che avevano la flat tax la stanno progressivamente abbandonando: fino a pochi anni fa, in Europa erano 15 Paesi, tutti dell’Est. Ora sono scesi a 8, tra cui la Russia. Non mi sembra un successo spettacolare.
La Repubblica, 7/9/22
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