di SALVO PALAZZOLO
L’attuale capo dei pm di Messina proposto all’unanimità al posto di Lo Voi. Un ritorno all’ufficio inquirente nel quale ha cominciato la carriera nel 1991
A maggio, nel suo ultimo intervento davanti alla commissione parlamentare antimafia, ha parlato a lungo dei risultati ottenuti dallo Stato dopo le stragi del 1992, ma ha avvertito: « Nella lotta alla criminalità organizzata bisogna tenere alta la guardia » . In queste parole c’è un capitolo importante del programma di lavoro di Maurizio de Lucia, che si prepara a tornare a Palermo da procuratore capo, al posto di Francesco Lo Voi. Ieri la quinta commissione del Csm l’ha proposto all’unanimità. La nomina dell’attuale procuratore di Messina avverrà a settembre.
Per de Lucia, un ritorno nell’ufficio dove si è formato professionalmente attraversando una lunga stagione di impegno contro le cosche e gli insospettabili complici: nato a Trieste, studi universitari a Napoli, scelse la procura di Palermo per iniziare la carriera in magistratura, era il 1991.
Primo incarico, il pool d’indagine sui reati contro la pubblica amministrazione. Poi, nel 1998, l’ingresso nella Direzione distrettuale antimafia: de Lucia diviene presto uno dei punti di riferimento per la lotta al racket delle estorsioni, che in quel momento rappresenta uno degli affari principali dei boss. Alcuni di quei nomi sono drammaticamente tornati d’attualità negli ultimi mesi: le cosche provano a riorganizzarsi, a partire dagli scarcerati. Sono tutti vecchi “ clienti” di de Lucia: da Lo Presti a Sansone, da Capizzi aGuttadauro. Di sicuro, qualcuno in Cosa nostra avrà storto il naso alla notizia che a capo della procura di Palermo sta tornando uno dei magistrati che ha piegato l’organizzazione dopo le stragi. Al palazzo di giustizia, Maurizio de Lucia ritrova compagni di lavoro con cui ha condiviso percorsi importanti: Marzia Sabella e Paolo Guido, oggi “ aggiunti”. Anche loro erano candidati per il posto di procuratore: la prima regge l’ufficio dopo la partenza di Lo Voi, il secondo coordina la Dda. Poi c’è la pm Francesca Mazzocco, memoria storica del pool. Procuratrice generale di Palermo è invece Lia Sava, che dalla metà degli anni Novanta ha lavoratoin procura, poi a Caltanissetta.Bisogna tornare a quegli anni difficili per raccontare il percorso fatto dal prossimo procuratore di Palermo. Gli anni della reazione dello Stato contro la mafia delle stragi: Maurizio de Lucia era nel pool che ha fatto condannare i killer del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, del segretario del Pci Pio La Torre, dei funzionari regionali Giovanni Bonsignore e Filippo Basile. Per la procura diretta da Piero Grasso, aggiunto della Dda Giuseppe Pignatone, erano anche gli anni delle indagini sugli insospettabili complici dei padrini: de Lucia è stato tra i firmatari della richiesta di rinvio a giudizio per l’allora governatore Totò Cuffaro, poi condannato per favoreggiamento aggravato. A metà degli anni Duemila, la stagione di arresti non ferma i clan: l’allora sostituto de Lucia arresta con la squadra mobile Salvo Riina, il terzogenito del “ capo dei capi”. Intanto, alcuni scarcerati eccellenti provano a riorganizzare la Cupola: tentativo che viene bloccato da un’indagine portata avanti con i carabinieri. All’epoca, comandante provinciale era il colonnello Teo Luzi, che oggi è il comandante generale dell’Arma dei carabinieri.
Dal giugno 2009 al luglio 2017, Maurizio de Lucia è a Roma, come sostituto procuratore della Dna, si occupa del coordinamento delle indagini sulle stragi del 1992. Nel 2017 viene nominato a Messina. Come aPalermo, l’obiettivo del neo-procuratore è quello di svelare le insospettabili relazioni dei boss con indagini che vedano insieme più forze di polizia. Così nasce la maxi-inchiesta sulla mafia dei pascoli attivissima sui Nebrodi, che nei giorni scorsi ha portato a richieste di condanna per più di mille anni. Ma non è solo questa la notizia: l’indagine di carabinieri e guardia di finanza, coordinata dalla procura di Messina, ha svelato la rete di rapporti fra mafiosi e un gruppo di professionisti per razziare i fondi europei. «Una mafia che cambia, ma resta sempre la stessa » , disse de Lucia il giorno del blitz.
La Repubblica Palermo, 28/7/2022
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