Un momento della cerimonia inaugurale |
È stata inaugurata ieri a Corleone (Corso dei Mille n. 29) e rimarrà aperta fino al 12 agosto la personale di pittura di Dino Paternostro dal significativo titolo “Sicilia tra sacro e profano”.
Guardando le sue tele ci assale un sottile filo di nostalgia per un mondo antico che non c’è più. E per una fede popolare autentica, che si affidava al Dio di Isacco e di Giacobbe, al Cristo povero tra i poveri e ai santi “paesani” per avere il pane e il lavoro.
E siccome il buon senso e la saggezza popolare hanno sempre suggerito il motto “aiutarti che Dio ti aiuta”, i nostri contadini nel corso della storia si sono aiutati organizzandosi nei Fasci di fine ‘800, guidati da Bernardino Verro, e nelle leghe contadine guidate da personaggi come Placido Rizzotto. Senza trovarvi contraddizioni, tanto che nelle alcove delle case contadine (me l’ha raccontato l’allora decano don Emanuele Catarinicchia) spesso si trovavano accanto il crocifisso e la foto di Bernardino Verro. Sacro e profano? Probabilmente la sintesi di una filosofia/teologia popolare che potrebbe far arricciare il naso ai filosofi e ai teologi di mestiere, ma che dava coraggio e forza di ribellarsi ai contadini del feudo, sfruttati dai padroni.
La mostra è patrocinata dal comune di Corleone, dal Rotary club, dalla Pro Loco e dalla farmacia Mongiovì. Erano presenti e sono intervenuti Leoluca Cascio, che ha coordinato, l’assessore alla cultura Giusy Dragna, la presidente della Pro loco Angela Leone, il presidente del Rotary Mimmo Ferrara e il critico d’arte Ciro Spataro.
“Dino Paternostro - ha detto Mimmo Ferrara, presidente del Rotary Club di Corleone - con i suoi lavori, riesce ad affidare ai pennelli il racconto di una Sicilia, come lui stesso dice “tra il sacro ed il profano”, assumendo, con la sua arte, le vesti di un narratore popolare che vuole dare voce allo stesso gruppo sociale cui appartengono i protagonisti delle sue opere”.
“In modo particolare - ha concluso Ferrara - quelle che raccontano, proprio nel dettaglio, il duro lavoro nei campi: dalla raccolta delle olive, che coinvolgeva l’intero nucleo familiare: uomini, donne, e spesso anche i bambini; alla preparazione della semina con l’aratura del terreno; alla mietitura e successivi lavori dentro l’aia che preludevano alla separazione dei chicchi di grano dalla paglia.
Molto eloquente, infine, anche la fiera degli animali; ti dà proprio il senso di un momento di rilassamento a conclusione del duro ciclo lavorativo annuale e l’impressione di essere già pronti a ricominciare con l’autunno che già bussava nuovamente alle porte”.
Dino Paternostro
GALLERIA FOTOGRAFICA
Nessun commento:
Posta un commento