Vinto il premio Nino Gennaro «Palermo? Arrivato nel caos, è già un’esperienza diversa»
Mohamed Maalel
Scrivere libri vuol dire estrarre dal mondo la sua realtà, capovolgendola o lasciandola all’immaginazione del lettore: lo sa bene David Leavitt, il grande scrittore americano che con le sue opere ha contribuito alla creazione dell’immaginario queer tra gli anni ‘80 e ‘90. Leavitt è andato ieri all’Orto botanico per ritirare il premio Nino Gennaro, istituito dal Sicilia Queer. Il riconoscimento è assegnato ogni anno a una persona che si è distinta per la sua attività e il suo impegno nella diffusione internazionale della cultura queer, che
accomuna le persone che non apprezzano le etichette sul genere e sugli orientamenti sessuali.Un momento della consegna del premio “Nino Gennaro”
Figlio di un professore della Stanford University di Palo Alto, Leavitt si è trasferito all'Est nel periodo degli studi universitari per iscriversi a Yale, dove ha studiato composizione creativa e dove si è laureato nel 1983. Dopo la laurea si è trasferito a New York, dove ha vissuto nei primi tempi con alcuni compagni di università. Non a caso, Leavitt ha fatto del queer il suo scrivere quotidiano: racconti, romanzi e saggi che parlano di relazioni amorose e assenza, famiglia e disgregazione, malattia e sfide della creazione artistica, attraverso la dialettica eccezionalità e normalità. Per il Sicilia Queer Leavitt ha scritto un testo inedito, dal titolo Basta un attimo.
Ha scritto il suo primo libro a ventitré anni, negli anni Ottanta. È stato difficile trovare un editore che pubblicasse i suoi temi?
«Credo di essere stato un’eccezione. Avevo già pubblicato un racconto sul New Yorker. Poi non è stato difficile trovare un editore che mi consentisse di pubblicare. I problemi sono arrivati solo in un secondo momento, ma non all’esordio».
Qual è il suo rapporto con la Sicilia? Ha mai pensato di scrivere una storia ambientata qui?
«Non conosco bene la Sicilia, sono venuto qui una sola volta tanti anni fa. Siamo arrivati qui dopo essere stati a Trieste e devo dire che il contrasto tra le due città è veramente incredibile. Sono felice di essere arrivato anche nel caos della città: l’aeroporto di Palermo è un’esperienza completamente diversa dalle altre. Chissà se scriverò qualcosa sulla città, mai dire mai!».
Romanzi o racconti: cosa preferisce scrivere?
«Sicuramente romanzi. Negli ultimi dieci anni ho scritto quattro racconti e vado fiero particolarmente de Il party di David pubblicato sull’edizione italiana di Vanity Fair. Sono molto concentrato su romanzi e saggistica, in questo momento sto lavorando anche a due romanzi».
Che cosa rappresenta per lei il premio Nino Gennaro?
«Sono davvero molto onorato. L’ultimo premio che ho vinto è stato nel 1982. Come adulto questo è il mio primo premio. È un qualcosa di molto importante, anche perché qualche anno fa l’ha vinto un mio amico, Vittorio Lingiardi. Sono onorato, un po’ fuori di testa perché non sono abituato a vincere premi». (*MOMA*)
GdS, 20/6/2022
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