Il matrimonio tra Michael Corleone e Apollonia
di ALESSANDRO PUGLIA
Gli abitanti del paesino del Messinese ricordano le riprese del film che il regista presenta al festival: "Divorava granite". Il regista Francis Ford Coppola oggi è a Taormina per il festival del cinema. Al bar Vitelli furono girate alcune scene
«Sono tanti gli amici che in quella lontana estate del 1971 avevano contribuito a rendere unica l’immagine del nostro paese attraverso il cinema. Oggi quasi tutti sono volati in cielo » . Tra le poco più di dieci persone rimaste in vita delle oltre 320 comparse del film Il Padrino di Francis Ford Coppola la memoria del primo ciak, materialmente custodito nel museo della città di Savoca, è qui un’eredità da custodire.
Il Padrino, 50 anni dopo, ritorna in Sicilia attraverso due direzioni. Tra l’accoglienza riservata a Coppola ospite del festival del cinema di Taormina e il sogno di un paese, Savoca, che in quegli anni fu per oltre due settimane set del film più iconico della mafia siculo- americana e di una certa sicilianità.
Francis Ford Coppola arriverà oggi a Taormina, all’hotel San Domenico, ospite speciale del festival che aprirà proprio con la versione restaurata del suo capolavoro del 1972. « La sua sarà una toccata e fuga » , spiega Mario Bolognari, il sindaco di Taormina, che precisa: «Lunedì pomeriggio Coppola sarà nuovamente in partenza».
A Savoca, luogo scelto dal regista per diverse scene tra cui quella delle nozze tra Michael Corleone e Apollonia, la presenza di Coppola non è prevista. «Abbiamo sperato fino all’ultimo, ma dalla sua segreteria ci hanno comunicato che non potrà omaggiarci della sua presenza » , dice un po’ amareggiato il sindaco Massimo Stracuzzi che con una delibera aveva già approvato la consegna al regista delle chiavi della città. Ma la speranza è l’ultima a morire. « E nessuno può escludere una visita a sorpresa».
Savoca fu scelta da Francis Ford Coppola come luogo de Il Padrinoconsiderando che a Corleone era impossibile girare per timore di possibili infiltrazioni mafiose. In diverse interviste rilasciate negli anni il regista ha sempre dichiarato: «Cercavo un’immagine arcaica e rurale della Sicilia e Corleone non possedeva più quel paesaggio e quelle determinate caratteristiche». Fu così che l’artista e barone Gianni Pennisi suggerì a Coppola di visitare Savoca e Forza D’Agrò. Il regista ne rimase incantato e si trasferì nel piccolo paese siciliano con il cast la seguito che dormiva a Palazzo Trimarchi dove si trova lo storico Bar Vitelli, il luogo dove Michael Corleone chiede la mano di Apollonia al padre della sposa interpretato dall’attore catanese Saro Urzì.
In quel bar, allora, c’era la giovane Maria D’Arrigo che davanti alla richiesta della produzione e del regista di pagare per il lungo soggiorno rispose: « Qui siete nostri ospiti, speriamo che questo film possa far conoscere Savoca nel mondo » . Lasignora Maria, morta nel 2009, è stata l’anima di questo paese. «Coppola stava seduto su questi tavolini e mangiava dalle dieci alle quindici granite al giorno», racconta Giovanni Cannata, 75 anni, che nel film è uno dei cugini della sposa.
La signora Maria si rifiutò di interpretare il ruolo della mamma diApollonia a causa di un lutto in famiglia e così la scelta ricadde su Vincenza Cicala che oggi ha ottantasei anni: «Mi scelsero perché ero la più bella del paese», dice oggi la donna poggiandosi su un bastone nella stradina che dalla porta di Savoca conduce alla chiesa di San Nicolò. È qui che Coppola ambientò la scenadel matrimonio tra Michael Corleone e Apollonia. Il prete che celebrava era don Rosario Parisi che qui fu parroco per oltre 25 anni. Accanto a padre Parisi c’era il giovane chierichetto Michele Spadaro, 62 anni, che oggi ricorda il modo perfetto in cui doveva reggere il cuscino su cui poggiavano le fedi nuziali.
Tra memorie e aneddoti, dopo che la signora Vincenza Cicala intona Parla più piano, Vincenzo Cannata racconta il suo primo incontro con la produzione americana: « Oltre me ad apparire nel film c’erano mia mamma, mio padre e mia sorella. Ci diedero sessanta mila lire che per noi avrebbe significato vivere per un anno intero » . Testimonianze che resistono e raccontano i retroscena del film che negli anni ha cucito l’immagine del piccolo paese del Messinese nel mondo. Oggi il tour del Padrino con visita allo storico Bar Vitelli di Savoca è al pari della visita ai crateri sommitali dell’Etna il più amato dai turisti che si mettono in posa per un selfie con la storica incisione " Bar Vitelli", mentre la targa nera con il marchio della birra Itala Pilsen è stata rubata cinque anni fa e mai più ritrovata. Il turismo qui vive anche attraverso il celebre film: dallo storico bar ai gadget, magliette, tazze, grembiuli con l’immagine di Marlon Brando o Al Pacino. In quei giorni d’estate del 1971 l’attore americano appariva timido. « Per la scena del ballo avevamo provato in tutti i modi ad insegnargli qualche passo per il valzer, ma non c’è stato nulla da fare», racconta Giovanni Cannata che ancora ricorda Coppola disteso all’ombra in piazza Fossia proprio di fronte al Bar Vitelli. Nella piazza del paese con la costa della Calabria sullo sfondo e la chiesa di San Nicolò che domina il paesaggio l’artista siciliano Nino Ucchino ha realizzato nel 2015 una scultura in acciaio in omaggio al regista americano che qui chiedeva non acqua da bere, ma da potersi versare addosso per combattere il caldo.
Nel giorno di Coppola al festival del cinema di Taormina la signora Vincenza, la mamma di Apollonia, sa che non potrà esserci: «Dove devo andare con il mio bastone? » , si chiede mentre il sogno di rivedere il regista a Savoca si allontana. A meno di una visita a sorpresa che qui avrebbe tutte le sembianze di un’apparizione.
La Repubblica Palermo, 25/6/2022
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