Palermo 21 maggio 2022 – “Il 23 maggio saremo sotto l’albero Falcone, come il 19 luglio saremo in via D’Amelio, come ogni anno da trent’anni a questa parte, per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agente delle loro scorte. Ci saremo con la stessa determinazione, contro tutti quelli che pensano di potere essere o diventare i padroni della vita degli altri, perché il futuro di questa terra non può essere la violenza e la sopraffazione. Questa è la nostra resistenza, la nostra lotta di liberazione. Forse 'possiamo essere minoranza, ma non saremo mai minoritari' diceva Pio La Torre, e per questo non ci possiamo fermare”. A dichiararlo è il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, in occasione del trentennale delle stragi. La Cgil, con tutte le sue categorie, come ogni anno lunedi prenderà parte alle commemorazioni per la strage di Capaci e sarà presente sotto l'albero Falcone.
“Questi trent'anni - aggiunge Ridulfo - hanno prodotto un'intensa stagione di partecipazione e di impegno collettivo. Trent’anni di iniziative e di lotta alla mafia che è stata, allo stesso tempo e allo stesso modo, lotta per la libertà, per la giustizia, e anche per la pace, per la Pace di una città che ha vissuto una lunga stagione di guerra, di morti ammazzati, di bombe, di corpi dilaniati, di lacerazioni sociali ed esistenziali. Ma siccome è sempre l’esistenza lacerata che crea una insopprimibile necessità di riscatto, a noi spetta ancora il compito di impedire che al sogno della rinascita subentri il disincanto, quello che spezza le gambe alla fiducia. Perché, noi non siamo stati indifferenti, noi non saremo mai indifferenti e rassegnati. Nessuna rassegnazione ci è consentita, né nei confronti della politica della mafia, né nei confronti della mafia della cattiva politica, di quella che parla di Falcone e Borsellino e poi scende a compromessi e fa affari e picciuli con la mafia, di quella che esercita il potere della corruzione e di quella che corrompe e inquina le istituzioni”.
“A Giovanni Falcone e Paolo Borsellino va la gratitudine eterna di tutti gli italiani onesti, perché hanno dimostrato che le mafie non sono invincibili se c’è una seria e coerente azione di prevenzione e di repressione da parte dello Stato, accompagnata da norme giuridiche intelligenti ed efficaci – dichiara Dino Paternostro, responsabile Legalità e Memoria Cgil Palermo - Ma le stragi di Capaci e di via D’Amelio continuano ad essere dei 'buchi neri' nella coscienza democratica del Paese, da cui continuano ad uscire fuori terribili verità, che suonano come atti d’accusa contro pezzi di quello Stato che avevano il dovere di combattere le mafie.
Come trent’anni fa, devono essere l’Italia, la Sicilia, la Palermo degli onesti a ribellarsi e a costituirsi parte civile contro le mafie e i loro complici, specie quelli più pericolosi che si annidano all’interno dello Stato”.
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