UMBERTO SANTINO
Torniamo a Comiso quarant’anni dopo non per celebrare un anniversario ma per riprendere il filo di una cultura e di una politica di pace.
Allora con un grande movimento unitario, in cui Pio la Torre ebbe un ruolo fondamentale, e questa sarà stata una delle ragioni del suo assassinio accanto a Rosario Di Salvo, lottavamo contro l’installazione dei missili americani e sovietici e per il disarmo nucleare; oggi condanniamo come un atto criminale e irresponsabile l’invasione russa dell’Ucraina e siamo chiamati a una riflessione, necessaria e doverosa, sul contesto che ha portato alla situazione attuale.
Proprio quello che i monopolisti del pensiero unicoingiungono di non fare, perché la riflessione viene scambiata per equidistanza tra aggressore e aggredito e, in clima di maccartismo, si criminalizza l’ANPI e chi si sottrae alla tifoseria.
Dopo il crollo dell’Unione sovietica e lo scioglimento del patto di Varsavia, bisognavaripensare l’ordine mondiale e la strategia della difesa, con una politica inclusiva e non come continuazione dello scontro e della ricerca del nemico, cominciando con la ristrutturazione dell’Onu e lo scioglimento della Nato. Invece l’ONU è rimasto ai tempi del dopoguerra, con i vincitori della seconda guerra mondiale come membri permanenti del Consiglio di sicurezza, e basta il veto d uno di essi per bloccarne l’azione. La Nato ha ampliato i suoi territori e si sono susseguiti le guerre e i conflitti permanenti e dimenticati, dalla Palestina allo Yemen, alla Siria, mentre l’Afghanistan è sprofondato in un’intollerabile barbarie, con le donne escluse da qualsiasi diritto.
La globalizzazione si è rivelata una macchina micidiale di diseguaglianza, la pandemia ha fatto il resto, mostrando che lo smantellamento della sanità pubblica è stato un crimine control’umanità. Un sistema fondato sul liberismo e la dittatura del mercato ha aggravato gli squilibri territoriali e i divari sociali, mostrandosi ospitale per il proliferare delle mafie, dei sovranismi che hanno ripreso le parole d’ordine del nazifascismo, alzato muri e piazzato i fili spinati per arrestare un flusso migratorio crescente di popoli che fuggono dalle guerre e dalla miseria. E ora si aprono le porte ai profughi dell’Ucraina ma si continua a sbarrarle ai profughi con un altro colore di pelle.
L’unica soluzione, per l’Ucraina, come per le altre situazioni di conflitto, è il negoziato, ma il problema fondamentale è quello che papa Francesco, che ha definito “pazzesco” l’aumento delle spese militari, ha chiamato un nuovo “modo di governare il mondo”. E questo può venire soltanto dalla ristrutturazione delle istituzioni internazionali dotandole di poteri effettivi nella risoluzione dei conflitti.
Per spingere in questa direzione è indispensabile lo sviluppo di un movimento capace di coniugare i grandi problemi del nostro tempo: le disuguaglianze sociali, il rispetto dei diritti umani, la rivoluzione energetica, oggi più che mai necessaria con la crisi indotta dalla guerra, i mutamenti climatici, la salvaguardia dell’ambiente, il disarmo nucleare, la salute e la scuola come beni primari, il diritto al lavoro e i diritti del lavoro. Sarebbe auspicabile che questa spinta partisse da Comiso, che è stata e vuole continua a essere capitale della pace.
Nessun commento:
Posta un commento