Nel pomeriggio di domenica 10 aprile si apre a villa Filippina la campagna elettorale del candidato a sindaco di Palermo Franco Miceli, civico appoggiato dalla coalizione progressista formata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Sinistra Civica Ecologista.
Nello spazio verde all'aperto in centro città, sul palco allestito per il lancio della candidatura, l'apertura è a cura di sei lavoratrici impegnate sul fronte della tutela del lavoro nell'abito della questione Almaviva e Covisan. Nel ricevere la lettera da loro redatta, Franco Miceli apre il suo discorso dall'importanza che donne e giovani hanno nella sua idea di partecipazione. Una partecipazione che origina nella fase di programmazione e che proseguirà in quella dell'amministrazione della città, “senza alcuna differenza di genere, generazione, abilità, ceto”, sottolinea, “il mio interesse sono le persone e il loro coinvolgimento”. Le persone, come l'amore per Palermo, al centro delle ragioni della volontà di candidarsi. Rivendicando la sua autonomia rispetto alle logiche di equilibrismo tipiche della politica spiega “non mi sono mai sottratto a impegni complessi e di responsabilità, ma dietro la mia scelta c’è solo e soltanto l’amore per Palermo e la responsabilità che mi assumo di essere guida per il cambiamento che questa città merita. Qualcosa che non vedo a destra” e chiede, “su cosa, tutti i candidati della destra, stanno litigando? Nessun tema sul tavolo: solo accordi di potere”.
Al centro invece vanno messe le competenze, i temi e la cucitura che occorre per avvicinare la politica la città. “Palermo ha bisogno di partecipazione collettiva da parte della politica e da parte dell'intera città, Palermo deve affrontare i problemi e guardare al suo futuro, nell’ottica della Città metropolitana”. Questo il cuore del Patto per Palermo, “che non è Napoli e non è Torino: Palermo non ha debiti, ha un disavanzo. Ma sul modello di quanto fatto a Napoli o Torino chiederò allo Stato l’impegno di far uscire la città da questa empasse”. Un Patto anche con Palermo: che nasce dal coinvolgimento delle energie virtuose della città, “chiamate oggi qui. ma coinvolte in prima persona da domani in un percorso che voglio il più partecipato possibile. Chiedo ai partiti della coalizione di fare delle liste forti e rappresentative delle migliori esperienze della città”. Affermando “sarò Franco”, slogan principale della campagna, Miceli espone punto per punto il suo programma. Il primo è l'ambiente. “Non c'è più tempo, Palermo deve stare al pari delle città europee parlando di transizione ecologica che trova punto di riferimento nei fondi del Pnrr ed europei“. E ancora, “si chiude una lunga fase della vita di Palermo e c'è bisogno oggi di dare certezze ed indicare un nuovo corso”. Continuità nei valori, discontinuità nei metodi, tenendo d'occhio quanto del passato c'è da valorizzare: “diritti, solidarietà e accoglienza”.
Tra i punti chiave partecipazione, monitoraggio e decentramento “da cui dipendono la governabilità della città e la presenza sul territorio per intercettarne le istanze. I miei principali collaboratori saranno i presidenti delle otto circoscrizioni, la città policentrica serve per elevare il livello della qualità dei servizi che oggi in molti casi non c'è per molti motivi”. Una città attrattiva per turisti, investitori e di certo anche abitanti: “per assolvere anche al ruolo che la città ha nella sua posizione geografica centrale nel Mediterraneo”.Risanamento, infrastrutture, emergenze come quella legata alla gestione dei rifiuti o ancora, o trasporti: “tema importantissimo, non si può pensare solo al mezzo di trasporto privato”. Sulla rigenerazione urbana sottolinea “sono un architetto paesaggista, non un burocrate, so cosa vuol dire riscrivere un territorio per migliorare la qualità della vita delle persone che lo abitano”. Ma per rigenerare Palermo c'è bisogno “di tutte e tutti, puntando sulla prima risorsa indispensabile: la risorsa umana, partendo dalla macchina amministrativa del Comune”.
Un tema di competenze e professionalità che si lega a quello dei giovani e del lavoro, “andranno coinvolti giovani professionisti: è nostro compito costruire insieme a loro il futuro della città”. Partendo dall'Università, “per costruire il Patto con la città serve costruire una sinergia stabile e strutturale con l’Università e con la Scuola, al centro dei miei primi impegni. Le professioni, “vengo da lì, ed è un mondo di cui occorre affermare il valore: sono il motore essenziale di ogni rigenerazione”.
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