Venerdì 6 Maggio sarà presentata a Corleone, nei locali del complesso monumentale S. Agostino, la ristampa anastatica del “poemettu sacru in XV Canti siciliani chi cumpendianu li XV Misteri di lu S. Rusariu” del poeta dialettale corleonese Biagio Palazzo. Il titolo dell’opera, casualmente riscoperta e preziosamente ristampata dalle edizioni Palladium è “DA LI TENEBRI A LA LUCI E DA EVA A MARIA”.
Si tratta di un’opera pregiata di un nostro conterraneo, attento quanto inconsapevole custode di un gergo purtroppo in via d’estinzione, che attinge direttamente dalle riserve di quell’idioma gallo-italico che la nostra città adottò nei secoli passati, durante la colonizzazione lombarda, e parlò financo in età moderna.
“Lettore mio, Se non mi conosci, dispensati di leggere questi poveri versi. Se cerchi l’arte e la filosofia; se cerchi un ritmo di forte stile o una lirica che ti rapisca sui cieli di Pindaro chiudi addirittura il libro”. Quando Biagio Palazzo, nel 1916, compose il suo poemetto sacro, con tutta l’umiltà che lo contraddistingue invitava il lettore ad esimersi dall’approcciarsi ai suoi versi se non disposto a spogliarsi dell’umana vanità.
Non sappiamo come abbiano accolto i lettori di oltre un secolo fa i “poveri versi” di questo poeta dialettale nativo di Corleone. Come nulla sappiamo di lui. Quando sia nato, quali studi abbia seguito nella sua età formativa, quale mestiere o professione abbia esercitato nella fase di maturità.
Tuttavia è un poemetto di straordinaria forza narrativa l’eredità culturale trasmessaci da Biagio Palazzo e noi vogliamo sforzarci di accoglierne i contenuti con quella semplicità che l’autore chiede ai suoi lettori.
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