NAPOLI, 04 APR - "Destano preoccupazione le varie posizioni favorevoli alle dichiarazioni del presidente De Luca sulla vendita dei beni confiscati, a margine del Forum espositivo promosso sul tema dalla Regione Campania.
Anche il presidente tira fuori la storia trita e ritrita della vendita dei beni confiscati facendo, tra l'altro, confusione tra i beni immobili e le aziende e dimenticando che per queste ultime è già prevista la vendita, il fitto del ramo, la liquidazione e altre forme di messa a reddito. Vogliamo ricordare che gli immobili confiscati alla criminalità organizzata rappresentano la restituzione del maltolto alle comunità locali che hanno subito la presenza della violenza criminale. I beni confiscati rientrano nella macrocategoria dei beni pubblici, ma con una caratteristica unica: il portato di memoria". E' quanto si legge in una della della Cgil Campania.
"Ci ricordano le vittime innocenti, la presenza mafiosa e il riscatto del territorio, elementi che non possono essere alienati. Ricordiamo al presidente De Luca - prosegue la Cgil Campania - che su certi aspetti non è sufficiente una visone ragionieristica ma che esistono elementi culturali che vanno oltre il semplice valore economico e che proprio la buona politica dovrebbe farsi carico. Non è un caso che come Cgil Campania siamo protagonisti nella gestione di due beni confiscati in Campania. Due beni che, non a caso, richiamano alla memoria di un sindacalista, Antonio Esposito Ferraioli, e di un giovane lavoratore Nicola Nappo". "Le lavoratrici e i lavoratori di questa regione - conclude la Cgil Campania - hanno una memoria lunga e non dimenticano chi si è battuto per liberare le nostre terre dalla camorra e il malaffare. L'esperienza di Libera, su questo terreno, ce lo insegna da tanti anni". (ANSA)
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