L’assalto alla sede nazionale della Cgil
La nostra carta costituzionale è di profonda ispirazione antifascista, l’assalto alla sede della CGIL e le numerosissime manifestazione ed iniziative neofasciste avvenute in passato, sono sempre state causa di violenze, disordini e spesso danneggiamento alla proprietà pubblica e privata, con gravi ripercussioni per la sicurezza urbana e per l’ordine pubblico.
La brillante attività investigativa della DIGOS romana, che ha eseguito su questo filone d’inchiesta tre specifiche operazioni, ha comportato fino ad oggi misure restrittive per 30 persone, compresi i vertici di Forza Nuova. Questa attenta attività di polizia, ha dimostrato che esiste un fumus reale che collerebbe alcune organizzazioni neofasciste con altre formazioni estremiste di ispirazione no vax. L’arresto del leader no vax Nicola Franzoni, avvenuto oggi, dimostra per gli inquirenti, una medesima responsabilità nell’attacco alla CGIL, al pari dei leaders di Forza Nuova Fiore e Castellino, già sottoposti a misure restrittive.
Da quanto emerge da filmati e registrazione in mano agli inquirenti, emergerebbe una volontà e una premeditazione nel voler attaccare il primo simbolo del mondo del lavoro del Paese, la sede della CGIL.: "Siamo a Roma e l’abbiamo presa, la piazza segua”, dice Giuliano Castellino lo scorso 9 ottobre prima dell’assalto, “l’obiettivo lo capirete". La strategia, definita qualche ora prima, secondo alcune ipotesi investigative, era quella di attaccare la CGIL, far confluire le forze di polizia, per allontanarle dal centro, per poi attaccare i palazzi di governo, rimasti sguarniti. Fortunatamente e grazie all’intervento dell’apparato di sicurezza predisposto, il nefasto e pericoloso piano non ha avuto successo, le sedi istituzionali sono state protette dagli attacchi di numerosi manifestanti facinorosi, che comunque hanno tentato di sfondare i cordoni di sicurezza.
Gli inquisiti sono accusati di devastazione e saccheggio aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata, mentre a Franzoni sono contestate anche l’istigazione a disobbedire alle leggi e la violazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Roma.
Alla luce della gravità dei fatti ascritti, cosa aspetta ancora la politica italiana, il nostro Parlamento a legiferare in modo perentorio per mettere al bando ogni organizzazione di ispirazione neofascista? Consentire ogni manifestazione che si ispira alla cultura della violenza e della sopraffazione della libertà e della dignità dell’uomo, non è democrazia, ma un pericolo reale per l’ordine pubblico e i valori costituzionali che dobbiamo custodire e proteggere gelosamente.
Il Segretario Generale Cgil Roma e Lazio
Antonio Patitucci
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