All’Ars lo leggono già come uno sgarbo. Perché il piano per spendere gli 800 milioni del Pnrr per la sanità è già stato trasmesso a Roma ieri sera, ma la commissione Salute del Parlamento regionale non ha ancora ricevuto gli elenchi: «Ne parlerò in commissione», diceva ancora ieri l’assessore Ruggero Razza. Eppure i nodi da sciogliere sono tanti: la versione del piano illustrata dall’assessorato la settimana scorsa prevede infatti un impoverimento delle strutture nella provincia di Palermo, e ancora fino ai giorni scorsi i deputati di maggioranza e opposizione sono tornati a protestare per l’assenza di un ospedale di comunità a Carini. « Lo abbiamo stabilito nella seduta di martedì scorso con l’assessore Razza — dice la presidente della commissione, Margherita La Rocca Ruvolo — sulla programmazione restavano ancora alcuni punti in sospeso, soprattutto sul fronte dei progetti da realizzare nel Palermitano».
Qualche modifica è filtrata nelle ultime ore. Piccoli accorgimenti: una casa di comunità a Brancaccio, limature nell’Ennese e nel Catanese, ma niente che stavolga la struttura del piano. « Fino alla fine era possibile modificare qualcosa, seppur con un meccanismo che dagli uffici mi descrivono come molto complesso — dice il Cinquestelle Giorgio Pasqua — forse per questo non abbiamo ricevuto nulla. In ogni caso attendiamo le valutazioni dell’Agenas » . Oggi, infatti, in commissione è previsto un appuntamento- chiave: alle 11 sarà audito il direttore generale dell’Agenas, Domenico Mantoan, che illustrerà il dettaglio dei progetti e i particolari operativi.
Il «caso Palermo» era stato sollevato dai deputati del Partito democratico,che avevano puntato il dito contro l’assenza di strutture in due grandi centri alle porte del capoluogo, Bagheria e Carini. Anche dal M5S era stato lanciato l’allarme: il Pnrr prevede che gli immobili individuati siano già di proprietà delle Asp o della pubblica amministrazione, ma alcuni siti individuati dalle Asp sarebbero stati ancora da acquisire. «Sarà il primo dubbio che chiederemo di sciogliere all’Agenas — dice ancora Pasqua — perché riteniamo che il rischio di un nuovo flop, o quantomeno di una significativa frenata, sia altissimo ». In questo senso una proposta era arrivata in commissione da parte della deputata leghista Marianna Caronia: l’ex agrumaria Corleone di via Messina Marine a Palermo. «Si tratta di una struttura pubblica che va riqualificata e che si trova in una posizione che potrebbe diventare nevralgica per una casa della comunità che accolga gli utenti della costa sud di Palermo, da Sant’Erasmo fino a Brancaccio e Romagnolo. L’assessore mi ha assicurato che la struttura sarebbe stata inserita, avremo conferma stamattina».— m. d. p.
La Repubblica Palermo, 1/3/2022
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