di Gioacchino Amato e Tullio Filippone
Nel 2017 ha iniziato a smobilitare la francese Carrefour, l’ultima è stata la Coop. Oggi 1170 negozi e 70 mila dipendenti sono in mano a cordate di imprenditori locali
Una metamorfosi avvenuta in appena cinque anni, sotto gli occhi di chi ogni giorno riempiva i carrelli dei supermercati che intanto cambiavano insegne e proprietari. La grande distribuzione siciliana sta uscendo da una vera rivoluzione: "Abbiamo assistito alla grande fuga dei colossi internazionali della grande distribuzione organizzata - raccontano Mimma Calabrò e Giusi Sferruzza alla guida di Fist e Fisascat Cisl Sicilia - prima Carrefour e Sma, poi Auchan, fino al recente abbandono di Coop Alleanza 3.0. Ci sarebbero state conseguenze drammatiche per centinaia di lavoratori se non avessimo raggiunto accordi con imprenditori locali".
Il Risiko del carrello
I primi a lasciare la Sicilia, nel 2017, sono i francesi di Carrefour: "L'intera rete fu presa in franchising dal gruppo Romano che poi nel 2020 li ha trasformati in Famila con un accordo con la Selex - spiega Monja Caiolo della Filcams Cgil - nel 2019 tocca alla Sma con i punti vendita che passano al gruppo Arena sotto le insegne Decò come subito dopo i supermercati Auchan. Di recente il passaggio dei punti vendita Coop al gruppo Radenza". Poi la fine della Meridi di Antonino Pulvirenti con 12 punti vendita Fortè con 52 dipendenti acquisiti dalla Iges, proprietaria del marchio Todis, controllata al 100 per cento dalla Cooperativa Conad Pac2000A. Solo alcune delle grandi mosse sul mercato.
La Gdo parla siciliano
Con i soli soci di Federdistribuzione la Gdo in Sicilia vale 3,4 miliardi di euro di fatturato, 16 di consumi e 1.170 negozi diretti o in franchising. Ma nel mercato siciliano, al netto di big come Lidl, Eurospin e Conad, da anni si muovono gruppi locali che partono da lunghe tradizioni imprenditoriali familiari. È il caso del gruppo Arena, fondato nel 1976 a Valguarnera Caropepe (Enna) dai fratelli Gioacchino e Cristoforo Arena, dal 1995 entrato in Végé e con le insegne Decò e Superconveniente, che oggi è arrivato a una rete di 180 punti vendita, 2700 collaboratori e un miliardo di euro di fatturato, un quarto del mercato siciliano. Il direttore generale del gruppo Arena e presidente del gruppo Végé, Giovanni Arena non nasconde le difficoltà del settore ma rilancia: "Questo sarà un anno molto difficile - ammette - ma lo affrontiamo consolidando la nostra crescita. Il nostro slogan è "insieme si vince" e il nostro obbiettivo è di arrivare nel 2030 a due miliardi di fatturato".
Piccoli e grandi crescono
Altro colosso è il gruppo Radenza di Modica, che nel 2020 aveva un fatturato di circa 450 milioni di euro. A fine 2021 ha rilevato i 12 punti vendita della Coop tra cui anche i sette ipermercati, come Forum e La Torre a Palermo, Katané, Le Ginestre e Le Zagare a Catania, uno a Milazzo e un altro a Ragusa e ha siglato un accordo di master franchising per cui i 300 punti vendita hanno assunto il marchio Coop. Si è trasferito in blocco in Selex il gruppo Cds Romano di Caltanissetta, altro distributore "familiare" nato negli anni Cinquanta, con 150 punti vendita - 52 di proprietà e 100 di affiliati - e 330 milioni di fatturato nel 2020 e 1.115 lavoratori con l'indotto.
È entrata nel 2018 in Distribuzione Italiana la Sisa Sicilia del gruppo Sammartano, 153 punti vendita e 201 milioni di fatturato nel 2020. Mentre fa storia a sé Prezzemolo e Vitale di Palermo, simbolo della distribuzione di fascia alta, che dal 2018 ha moltiplicato il fatturato da 25 milioni a circa 40 di oggi.
Meno "iper" e più prossimità
I movimenti di mercato non hanno fermato però big come Lidl e Eurospin, gli unici a costruire e inaugurare nuovi punti vendita di medio-grandi dimensioni. A Palermo il colosso tedesco aprirà un megastore nell'area dell'ex stabilimento della Coca-Cola, dove non è mai arrivata l'Ikea. A giugno scorso ha inaugurato il terzo punto vendita di viale Regione Siciliana, salendo a quota 8, molti dei quali negli ultimi cinque anni. Nel Catanese, solo a febbraio sono stati inaugurati due punti - uno nel capoluogo e uno a Misterbianco - e adesso in provincia sono 16. Ma la struttura della distribuzione siciliana resta ancorata alla prossimità.
In 70mila fra casse e banconi
Cinque anni di rivoluzione che i lavoratori hanno vissuto sulla loro pelle: "La riduzione di occupati c'è stata - sottolinea Marianna Flauto, Uiltucs - ma il sistema ha tenuto, in Sicilia sono impiegate almeno 50mila persone nella Gdo che arrivano a 70mila se contiamo anche i piccoli supermercati a conduzione quasi familiare. Il problema è che con i colossi c'erano contratti integrativi e più garanzie. I lavoratori in questa trasformazione hanno pagato un prezzo in termini di tutele e nelle realtà più piccole il lavoro grigio è ancora un problema".
La Repubblica Palermo, 9/3/2022
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