di Giusi Spica
Per l’assessore alla Salute Ruggero Razza è solo una bozza aperta alle modifiche. O almeno così l’ha definita in commissione Sanità all’Ars. Ma all’indomani della presentazione del piano da 800 milioni di euro per realizzare 39 “ospedali di comunità”, 146 “case della comunità” e 49 centrali operative con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli amministratori dei comuni esclusi sono già sulle barricate: «Interi territori dimenticati da scelte politiche » , è il coro che si leva dai presidenti delle conferenze dei sindaci.
Capofila della protesta è il sindaco Pd di Carini, Giovì Monteleone. Quarantamila abitanti e zero servizi: «Ci hanno già tolto la pretura, la sezione del collocamento, i fondi per le nuove scuole». Per il suo comune il piano di Razza prevede solo una “casa della comunità”, ovvero una maxi guardia medica con 15 ambulatori. Di contro la Regione ha programmato ben due ospedali di comunità con 20 posti letto ciascuno a Palazzo Adriano, che di abitanti ne ha 20 volte meno di Carini.
«Qui ci sono solo ambulatori e un punto di prima emergenza dove manca perfino il filo per le suture», insiste Monteleone chiedendo di essere audito all’Assemblea regionale.Sul piede di guerra anche i sindaci dei dieci distretti sanitari della provincia, guidati dal primo cittadino di Corleone Nicolò Nicolosi: «A Corleone è prevista solo una casa di comunità. A Petralia non si capisce se l’ospedale di comunità previsto andrà ad arricchire o a sostituire la struttura già esistente» , commenta annunciando per venerdì un vertice del comitato strategico dei sindaci.
Non ci sta nemmeno Lucio Greco, sindaco di Gela eletto con il sostegno di Pd e parte di Forza Italia: «Non credo che Gela possa ospitare solo una casa della comunità. C’è in cantiere il progetto del nuovo ospedale che servirà tutta l’area di Caltagirone, Niscemi, Mazzarino e Butera con 180 mila utenti e bisogna potenziare l’offerta».
Al suo fianco il sindaco M5S di Caltanissetta, Roberto Gambino: « Siamo venuti a conoscenza dalla stampa della spartizione degli 800 milioni di euro. Razza venga l’ 8 febbraio in conferenza dei sindaci a spiegarci il metodo e il merito della programmazione fatta senza ascoltare i territori».
Il dubbio è che alcune scelte abbiano un colore politico. Come quella che ha portato a privilegiare Bivona, comune agrigentino di diecimila abitanti amministrato da un fedelissimo del governatore Musumeci, a Sciacca, quattro volte più grande ma guidata dal centrosinistra. Bivona “ vince” l’ospedale di comunità,Sciacca deve accontentarsi della “casa”. «Eppure — commenta la sindaca Francesca Valenti — Sciacca serve tutta la parte ovest della provincia. Chiederò una revisione del programma». A restare scoperti sono interi comuni dei Nebrodi. All’Asp di Messina sono già pervenute le rimostranze del sindaco di San Salvatore di Fitalia. E resta a bocca asciutta il triangolo tirrenico compreso tra Villafranca, Spadafora e Rometta.
Nel risiko delle assegnazioni, stabilite da una commissione di 15 tecnici dell’assessorato, sono rimasti fuori non solo i sindaci, ma anche i sindacati che solo oggi saranno ascoltati da Razza: « Vogliamo capire come saranno riempite le nuovestrutture. Già adesso manca il personale e i concorsi sono al lumicino » , dice Gaetano Agliozzo, segretario regionale della Fp Cgil.
Il livello dello scontro è altissimo, dentro e fuori il Palazzo. Ieri si è consumato il secondo round in commissione sanità con l’audizione del direttore generale Mario La Rocca, componente del comitato per la programmazione dei fondi del Pnnr. A tenere banco il tema dei posti letto di terapia intensiva. «Inesistenti sulle piattaforme dedicate » , attacca il deputato Pd Antonello Cracolici. Si riferisce ai cosiddetti posti letto “attivabili”: quelli di sala operatoria o di terapia intensiva cardiologica convertibili all’occorrenza.
La Repubblica Palermo, 3 febbraio 2022
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