GIUSEPPE CARLO MARINO
Mario Draghi ha da conquistarsi, per la storia e per il giudizio degli storici del futuro, un ruolo certificabile di salvatore o di padre della patria o di rifondatore della repubblica dopo la grande guerra pandemica e negli sviluppi sconvolgenti, sul vecchio regime della politica, della “rivoluzione digitale” che stiamo vivendo nella dimensione europea del capitalismo globale che si va difficoltosamente formando.
Per questo, non potrebbe che aspirare a continuare fino al compimento del PNRR la sua opera di governo, Ora, l’unico che nel panorama dei candidati alla presidenza della repubblica potrebbe assicurargli una sicura e quasi esclusiva continuità quale capo, incontestabile e insostituibile,del governo è Berlusconi che sembra il più idoneo a garantirgli l’ubbidienza della maggioranza del parlamento garantendo, come garantisce, ai suoi molti peones, ovvero ai deputarti e senatori che “tengono famiglia”(sono spesso afflitti da debiti rilevanti, hanno mutui da pagare, figli, parenti e amanti da mantenere o da aiutare) e sono interessati a conquistarsi una “pensione”, di non sciogliere il parlamento prima della sua scadenza naturale del 2023. Berlusconi, essendo parecchio vecchio ed acciaccato, è anche tra i più idonei a lasciare sensatamente sperare a Draghi di non dover aspettare troppi anni (l’intero settennato!) per poi consolidare e celebrare dal Quirinale la sua figura storica di nuovo “padre della patria”.
Per siffatti motivi la candidatura di Berlusconi non può essere sottovalutata. Il personaggio lo sa bene e agisce di conseguenza con tutti i suoi potenti mezzi economici e politici. E, nella sua azione avventurosa ma non proibitiva lo sostiene appunto tutta l’Italietta avida, mediocre,corrotta e corrompibile, incolta, incosciente e volgare del “teniamo famiglia”, un’Italietta che odia tanto la politica quanto la magistratura, dotata di non altra “cultura” che non sia quella elargita dai programmi televisivi di Mediaset. Adesso l’Italia migliore, che è purtroppo un’Italia di minoranza, ha da combatterla decisamente e da sconfiggerla per salvare la dignità del Paese. Ma, per quanto certamente migliore, appare confusa, divisa, senza proposte convinte e convincenti. Per questo temo molto l’Italietta del “teniamo famiglia”.(Dalla pagina Facebook di G. C. Marino)
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