di Sara Scarafia
Aspettano il tempo pieno da 24 anni e qualcuno è prossimo al pensionamento Adesso c’è l’opportunità di trasformare il rapporto di lavoro, ma il Consiglio comunale si divide sul piano di riequilibrio. Ieri hanno manifestato davanti a Palazzo delle Aquile “Chiediamo rispetto, non siamo una priorità”
Alcuni reggono uffici chiave, dalle sanatorie al condono, e non ce la fanno lavorando solo tre giorni su cinque: come A. D. che all’Edilizia privata ha 170 pratiche arretrate e quella alla quale lavora è datata 2018. A. D., laureato in Architettura, è uno dei 2286 dipendenti part time del Comune che dal 1998 aspettano l’assunzione a tempo pieno. Gli impiegati a 20 ore sono praticamente la metà dei dipendenti, rimasti 5171, e oggi giocano la partita più importante: se l’aula non voterà il piano di riequilibrio non si potrà chiudere il bilancio e il full time non potrà essere garantito come invece è stato promesso.
Ma chi sono i lavoratori a orario ridotto di Palazzo delle Aquile? Vigili urbani, tecnici, amministrativi finora rimasti nell’ombra e che adesso hanno alzato la voce dichiarando che i disservizi subiti dai cittadini sono anche figli del loro impiego dimezzato. All’Anagrafe il primo appuntamento utile per la carta di identità è a giugno. Ai Tributi i part time sono 44, quasi la metà.
I laureati, 111, arrivano a stento a mille euro al mese. Gli altri no. Nicoletta Vento da 24 anni percorre 150 chilometri al giorno, da Alia a Palermo, per 500 euro al mese: «Solo che 100 li spendo per viaggiare». Alessia Piro, istruttore contabile alla Ragioneria, separata, 3 figli, lo dice senza giri di parole: « Guadagno mille euro solo per gli assegni familiari». Ieri, mentre il Consiglio comunale litigava sul piano di riequilibrio, rinviando a oggi il voto finale, i part time hanno manifestato sotto a Palazzo delle Aquile «per chiedere rispetto».
L’ultima promessa del sindaco Leoluca Orlando è di stabilizzare tutti gradualmente: 30 ore quest’anno, 32 nel 2023 e 36 nel 2024. Una presa di posizione arrivata dopo l’ennesima beffa: una delibera che prevedeva 36 ore già a partire da maggio 2022 ma che si è scoperto in aula non essere applicabile: serve prima l’approvazione di tutti i bilanci e non ci sono i tempi. «Incredibile » , dice Marina Pagano che a novembre ha creato il coordinamento dei part time Articolo 36.
« Non siamo stati una priorità per nessuno — dice Pagano — di fatto percepiamo un sussidio nonostante impieghi nei settori strategici. Il Comune a un certo punto aveva addirittura annunciato un piano di assunzioni lasciandoci indietro: lo abbiamo diffidato » . La vertenza è finita sul tavolo del prefetto e per domani la Cisl ha indetto uno sciopero.
Nicola Scaglione, segretario di Csa, il sindacato con più iscritti, avverte l’amministrazione: « Il piano di riequilibrio va approvato sia a Palermo sia Roma — dice — Poi il tempo pieno va garantito a tutte le categorie entro l’anno. Gli uffici sono in tilt e i cittadini ne pagano le conseguenze » . « Subito certezze per questi lavoratori » dice Luigi D’Antona della Cgil che chiede anche la stabilizzazione di 90 lsu, gli ultimi precari.
La repubblica Palermo, 30/1/22
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