La scena del delitto Mattarella
di Francesco Patanè
Andrea è uno dei nipoti del presidente della Regione assassinato da Cosa nostra. “Dimostrare la commistione fra mafia ed eversione sarebbe un tassello importante”
Come ogni Epifania degli ultimi 42 anni oggi l’appuntamento è per le 9 in via Libertà fra il civico 135 e il 137 per commemorare l’omicidio del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella ucciso dalla mafia sotto casa la mattina del 6 gennaio 1980 mentre andava a messa. Pur con le difficoltà legate al Covid, istituzioni e cittadini si ritroveranno nel luogo dell’agguato.
Ci saranno i familiari, soprattutto Andrea Mattarella, uno dei nipoti di Piersanti, che non ha conosciuto il nonno in vita, ma da quando ha memoria non si è perso un solo 6 gennaio in via Libertà. « L’ho conosciuto nei suoi scritti, ho divorato i suoi discorsi, ho rubato la memoria dei miei genitori e di tutti i parenti» , racconta Andrea, laurea in Giurisprudenza e dottorato di ricerca in Diritto penale all’università Lumsa di Palermo, con un progetto sul contrasto alle mafie insieme al presidente del tribunale Antonio Balsamo. «Piersanti è stato un esempio — aggiunge —ed è stata la persona che più ha condizionato il mio percorso umano e professionale».
A 42 anni da quel tragico 6 gennaio 1980 anche per il delitto Mattarella manca un pezzo di verità, come per le stragi del 1992. Se i mandanti dell’omicidio, la Cupola guidata da Riina, sono stati condannati, mancano l’esecutore o gli esecutori materiali dell’agguato. « Più passa il tempo, più diventa difficile il lavoro dei magistratinel trovare chi ha sparato in via Libertà — ammette Andrea Mattarella — Mi pare assodato, e le sentenze di condanna sui mandanti lo confermano, che non ci fu solo la mafia ma anche zone grigie della società a cominciare dal mondo dell’eversione. Già Falcone aveva indagato sugli intrecci fra mafia ed eversione, ipotizzando uno scambio di esecutori fra i due mondi criminali».
I pochi passi avanti dell’indagine riaperta dalla procura di Palermo nel 2018 confermano come dopo 40 anni trovare riscontri su chi fece fuoco diventa quasi impossibile. « A noi familiari resta l’amarezza per non conoscere la verità completa. Dimostrare la commistione fra mafia ed eversione sarebbe un tassello importante per spiegare anche alle nuove generazioni che cosa ha minato la democrazia in quegli anni — continua il nipote di Piersanti Mattarella — Aigiovani dobbiamo la verità, perché imparino a riconoscere “i comportamenti individuali e collettivi che favoriscono il prosperare delle mafie” come disse mio nonno nel discorso del 1979 all’Ars davanti al presidente Sandro Pertini. Una sorta di testamento politico che ci ha lasciato».
Questa mattina verranno deposte corone di fiori alla presenza del sindaco Leoluca Orlando del governatore Nello Musumeci, del prefetto Giuseppe Forlani e delle più alte cariche militari cittadine. «Sono ancora troppe le zone d’ombra di un’uccisione che ha segnato la storia del nostro paese. Mattarella è stato vittima di un potere criminale- mafioso legato a doppio filo con l’eversione fascista. Per Mattarella il compromesso storico rappresentava la convinzione di un dialogo, della condivisione di un percorso rivoluzionario per quegli anni — sottolinea Leoluca Orlando — Se oggi la mafia non governa Palermo lo si deve anche a Piersanti che ha contribuito al suo cambiamento culturale».
Oltre alla commemorazione in via Libertà oggi l’assessorato dell’Economia della Regione Siciliana ha intitolato a Piersanti Mattarella una quadreria d’arte composta da 14 dipinti. Mattarella fu assessore regionale al Bilancio dal 1971 al 1978, «offrendo un contributo determinante al riordino finanziario e contabile della Regione — dicono dalla Regione — E all’introduzione della programmazione economica regionale» . I quadri, appartenenti al patrimonio regionale, sono in gran parte provenienti dalle liquidazioni dell’Ente Minerario Siciliano e dell’Ente Siciliano per la Promozione Industriale. Sarà invece chiusa al pubblico la cerimonia a Castellammare del Golfo per rispettare le misure di contenimento del Covid- 19: sarà solo il sindaco Nicolò Rizzo a raggiungere e deporre una corona d’alloro sulla tomba di Mattarella.
La Repubblica Palermo, 6 gennaio 2022
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