Silvio Berlusconi
di MICHELE SERRA
Berlusconi non è candidabile non perché sia di destra. Ma perché è Berlusconi. Colpisce che nessuno, tra i numerosi attori della scena politica, lo dica con chiarezza. Tirano in ballo il fatto che«è un leader di partito»: come se un impedimento normativo, o una diminuzione delle facoltà umane, negasse a un uomo di parte la possibilità di assumere un ruolo super partes, così come è avvenuto a ripetizione nella storia del Quirinale. Sono stati quasi tutti uomini di parte e di partito, i nostri presidenti, prima di salire al Colle.
No, non è il suo essere di parte a rendere inaccettabile, anzi inverosimile, la sua candidatura. È ciò che è stato, ha detto, ha fatto.
E le «cene eleganti» sono appena un topolino al cospetto della montagna di offese, volontarie e involontarie, inferte alla Polis.
Ma dove sono vissuti, nell’ultimo decennio del secolo scorso e nel primo di questo, gli attuali attori della scena politica? C’erano o vivevano altrove? Sanno chi fu Berlusconi, o fanno finta di non saperlo per coprire qualche carta, coltivare qualche rapporto?
Ma la politica è per davvero questo ininterrotto far finta di niente?
La Repubblica, 15/01/2022
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