di VITO LO MONACO*
Il Covid si è portato via anche Antonella Azoti, dopo Zino suo marito. Con Antonella, figlia di Nicolò, segretario della Camera del lavoro di Baucina, assassinato nel 1946 dalla mafia del feudo, si spegne una vivida luce dell’impegno civile e politico antimafia del Paese.
Antonella aveva quattro anni quando suo padre fu ucciso davanti casa a Baucina rientrando dalla Cdl. Nicolò fu una delle tante vittime di mafia degli anni del dopoguerra nella grande lotta del movimento contadino promosso e sostenuto dalla sinistra socialista, comunista e cattolica per la Riforma agraria. Il suo assassinio, come tanti altri, rimase impunito perché parte della classe dirigente del Paese, della magistratura, della Chiesa, della società, in nome dell’anticomunismo, fingeva di non riconoscere l’esistenza della mafia. Ciò favorì il suo oblio nella memoria collettiva e fu ricordato solo da Antonella, da suo fratello e dalla loro mamma sino alle stragi del 1992 quando Antonella prese coraggio per ricordare che tra le vittime innocenti di mafia c’era anche Nicolo’, suo padre, dimenticato dai suoi concittadini e dal movimento democratico. Da allora Antonella divenne un’attivista del movimento antimafia del Paese.
Nel 1995 ho avuto modo, nella qualità di presidente del Centro studi Pio La Torre di organizzare assieme alla giunta comunale di Baucina, sindaco Ciro Coniglio, socialista, la prima manifestazione ufficiale di commemorazione di Nicolò, dirigente contadino vittima di mafia. Alla manifestazione parteciparono tanti cittadini, studenti, la Lega delle Autonomie, il sindacato e il Procuratore di Palermo Gian Carlo Caselli; fu inaugurato un busto di bronzo di Nicolò che fu collocato provvisoriamente all’ingresso del municipio (ora si trova, assieme a un busto di Pio La Torre, in un bene confiscato alla mafia adibito a centro sociale). Da quell’anno le manifestazioni, grazie all’attivismo di Antonella e suo marito, si ripeteranno quasi ogni anno coinvolgendo i sindaci pro-tempore e le scuole a Baucina e in giro per l’Italia, ottenendo l’intitolazione di un giardino a Palermo e tante altre iniziative per trasferire la memoria alle nuove generazioni. Antonella diventata militante antimafia a tempo pieno aderì al Centro Pio La Torre e poi all’Associazione familiari di vittime innocenti di mafia promossa da Libera. Per Antonella e suo marito l’impegno antimafia fu parte della battaglia più complessiva per una democrazia compiuta senza ingiustizie e disuguaglianze sociali in nome della verità e della Costituzione.
Il Centro studi Pio La Torre condivide il dolore dei familiari e di quanti nel movimento democratico, antimafia, sindacale hanno avuto modo di apprezzare la militanza di Antonella e di Zino che non dimenticheremo.
I funerali si terranno martedì nella Chiesa Gesù, Maria, Giuseppe Via Sacra famiglia (Resuttana.) a Palermo.
Anche la Cgil si stringe con grande affetto ai figli Alberto e Gabriele e partecipa con commozione al nuovo lutto che ha colpito la famiglia. “Antonella ci consegna l’impegno a mantenere viva la memoria, per non dimenticare che la lotta contro la mafia e per lo sviluppo della Sicilia è stata e dovrà sempre essere lotta di popolo”, dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile dipartimento Legalità e memoria Dino Paternostro, ricordando la passione per tramandare la memoria, l’impegno civile instancabile, la collaborazione preziosa e la partecipazione sua e del marito Zino Mastrilli, entrambi iscritti allo Spi Cgil, a tutte le iniziative e manifestazioni della Cgil.
*Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre - Palermo
16/01/2022
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