Il municipio di Palermo
Palermo 14 gennaio 2021 – Cgil Palermo e Fp Cgil intervengono sul piano di riequilibrio del Comune di Palermo, chiedendo garanzie per cittadini e lavoratori, a partire dalla vertenza “imprescindibile” che riguarda i lavoratori part-time.
“Va bene il piano di riequilibrio per raddrizzare i conti del Comune ma chiediamo che vada nella direzione giusta e non a discapito, con l'aumento di tasse e servizi, dei cittadini e dei lavoratori dell’ente, costretti a un part-time forzato, che li rende poveri pur lavorando, e con riflessi negativi sulla qualità e quantità dei servizi.Va rivista la parte che riguarda le politiche del personale, in particolare la condizione dei lavoratori a tempo parziale, per i quali chiediamo, già da tempo la trasformazione in rapporti full time”.
A chiederlo sono il segretario della Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario della Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca, a proposito della vertenza che riguarda 2.380 lavoratori part-time del Comune di Palermo, più 130 ex Lsu. “Una vertenza che ha la precedenza perché i lavoratori con contratto a tempo parziale e indeterminato rappresentano ormai più della metà dei 5mila dipendenti comunali. Il piano di riequilibrio – proseguono Ridulfo e Cammuca - deve tenere conto dei servizi da erogare alla cittadinanza, dei numerosissimi pensionamenti degli ultimi anni (380 solo nel 2021) e non può prescindere dall’incremento delle ore per il personale part-time se si vogliono erogare servizi pubblici efficienti e in linea con le richieste dei cittadini”.
Il Comune nel frattempo ha avviato le procedure per l'assunzione di 60 unità di personale a tempo pieno e determinato e ha assunto con i fondi del Pnrr 19 funzionari. “Ben vengano le nuove assunzioni ma prioritariamente occorreva trasformare da part time a full time le analoghe professionalità già esistenti all’interno dell’ente – aggiungono Lillo Sanfratello, segretario enti locali per la Fp Cgil Palermo e Luigi D'Antona, coordinatore dei lavoratori part-time per la Fp Cgil Palermo - Non si può inoltre dimenticare che all'interno dell'amministrazione comunale esistono anche professionalità specifiche, con categorie minori, come A e B, composte in gran parte da diplomati, che svolgono mansioni superiori. Non è accettabile che il piano di riequilibrio, per queste due categorie, preveda il passaggio a 30 ore nel 2030, quando molti di loro saranno prossimi alla pensione e, a causa dei redditi bassi della loro condizione di part-time, forse a malapena riusciranno a raggiungere gli importi della pensione sociale. Entro il 2023 è prevista invece la trasformazione a full time delle categorie C e D. In questo modo si alimentano di fatto le diseguaglianze tra lavoratori che provengono dallo stesso bacino”.
Per Cgil e Fp Cgil, nel richiamo alle normative vigenti, il Comune prima di procedere a nuove assunzioni avrebbe dovuto avviare la procedura di “interpello” tra la platea del personale in servizio a part-time, per l'individuazione di figure con i profili professionali richiesti.
“Il piano di riequilibrio del Comune non può prescindere, per il bene dei servizi, dalla forza lavoro. Con una forza lavoro composta dal 50 per cento del personale in part-time, il rischio è che tutta l'organizzazione del lavoro degli uffici e dei servizi erogati ai cittadini ne risenta pesantemente in negativo. Bisogna subito modificare il piano di riequilibrio, anticipando il full time a tutti – proseguono Ridulfo e Cammuca – e provvedendo ad assumere quelle professionalità, vedi le assistenti sociali, per le quali esistono già specifici finanziamenti strutturali da parte dello Stato. Il Comune è chiamato a rispondere alle aspettative dei propri dipendenti che da anni attendono il tempo pieno. E soprattutto, in questo momento, può cogliere l'occasione dei progetti del Pnrr per valorizzare le competenze esistenti, dai profili tecnici e informatici alle numerose professionalità presenti al suo interno nei settore giuridico, economico, culturale, sociale”.
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