ELENA BASSO
Barba incolta e tatuaggi, 35 anni, di sinistra, è il nuovo presidente Punta sulle riforme per archiviare il modello liberista di Pinochet
SANTIAGO DEL CILE — Per il Cile sono state le elezioni presidenziali dei record: Gabriel Boric è il presidente più giovane della storia del Paese, il candidato che ha ricevuto più voti e con la maggior partecipazione alle urne di sempre. Centinaia di migliaia di persone si sono riversate per le strade di Santiago per festeggiare la sua vittoria e le foto della folla nelle vie centrali della capitale hanno già fatto il giro del mondo. Ma chi è il nuovo presidente cileno? Boric ha 35 anni ed è il candidato della coalizione di sinistra del Paese. Originario di Punta Arenas, all’estremo sud del Cile, proviene da una famiglia benestante e ha studiato giurisprudenza all’Universidad de Chile a Santiago.
È diventato noto nel 2011 quando ha guidato le proteste degli studenti contro l’istruzione privata ed è stato eletto deputato per due mandati, la prima volta nel 2014. Barba incolta, numerosi e vistosi tatuaggi che non nasconde, è conosciuto anche per il suo stile non convenzionale. Per molto tempo, nonostante fosse già stato eletto deputato, si è rifiutato di indossare la cravatta: nel 2014 il suo abbigliamento è stato perfino oggetto di proteste da parte di altri deputati. Come ha più volte spiegato: «Non mi importa se le persone mi giudicanoper il mio aspetto». È il maggiore di tre fratelli e al liceo ha studiato alla British School. Come ha ricordato Óscar Barrientos, suo ex professore, alla rete pubblica Tvn , già al liceo era un leader per i compagni grazie a una forte personalità e un carattere molto ostinato. L’ex leader delle proteste studentesche non ha inoltre mai nascosto di soffrire di disturbo ossessivo compulsivo fin da bambino, ha parlato apertamente della malattia e dei ricoveri.Nonostante le cifre record raggiunte con la sua elezione e il fatto di aver battuto il leader dell’estrema destra José Antonio Kast con il 55% di preferenze, fino al settembre2020 era Boric stesso a scartare pubblicamente l’ipotesi di una sua candidatura presidenziale spiegando di non avere «abbastanza esperienza ». Quando ha annunciato che si sarebbe candidato la notizia è stata accolta con scetticismo, soprattuttoperché alle primarie avrebbe affrontato Daniel Jadue, candidato comunista favorito nei sondaggi. Contro tutti i pronostici però l’ex leader studentesco ha vinto con ampio vantaggio le primarie ed è arrivato secondo al primo turno elettorale.
Nonostante abbia sempre mantenuto riserbo sulla sua vita privata, in vista del ballottaggio, la sua compagna Irina Karamamos, politologa di 32 anni, ha fatto scalpore dichiarando su Canal13 che l’incarico diprimera dama - la first lady - andrebbe ripensato perché i tempi sono cambiati. Opinione confermata da Boric, secondo cui il ruolo non ha più senso perché «non dovrebbero esistere incarichi governativi che abbiano a che fare con legami privati, ma solo con il merito o la funzione svolta».
Nella campagna elettorale ha svolto un ruolo fondamentale anche un’altra donna: Izkia Siches. Medico, 35 anni, Siches è stata la presidente del potentissimo organo Colegio Médico de Chile, l’associazione dei chirurgi del Paese, che ricopre un ruolo fondamentale nelle politiche sanitarie cilene. Prima donna a essere eletta, è stata anche la più giovane presidente del Colegio. Figura notissima e molto rispettata nel panorama politico del Paese, Siches ha avuto un ruolo centrale durante la pandemia e, pochi giorni dopo la vittoria di Kast al primo turno elettorale, ha deciso di lasciare il proprio incarico per diventare la responsabile della campagna di Boric. Salito sul palco per tenere il suo primo discorso ufficiale, il neo-eletto presidente ha saluto la folla in spagnolo e poi in “mapudungun”, la lingua parlata dai Mapuche, il popolo originario di Cile e Argentina da anni al centro di un conflitto con lo Stato per le terre ancestrali che sono state loro sottratte. Ha affermato: «Il mio impegno come presidente sarà di prendermi cura della democrazia. Voglio un governo che renda protagonisti i quartieri e le comunità, perché senza la partecipazione delle persone la democrazia non esiste». Dal palco ha assicurato che, come presidente, difenderà il progetto della Nuova Costituzione, che è «motivo di orgoglio a livello mondiale». Al centro dei progetti per il Paese: i diritti umani, l’attenzione per l’ambiente, la dignità dei lavoratori e la parità di genere. Quello di Gabriel Boric punta a essere un governo di rottura e nel programma sono contenute importanti riforme economiche e sociali (sanità, educazione e pensioni) volte a cambiare il modello neoliberale creato con la dittaturadi Pinochet.
La Repubblica, 21/12/2021
Nessun commento:
Posta un commento