venerdì, dicembre 31, 2021

“Buon anno, compagni lavoratori!”, gli auguri (bellissimi) di Giuseppe Di Vittorio

di Ilaria Romeo

GIUSEPPE DI VITTORIO


Buon anno compagni lavoratori!, così il segretario generale della Cgil, Giuseppe Di Vittorio, scriveva il 30 dicembre 1950 su l’Unità. Attraverso le sue parole auguriamo a tutti noi uno splendido 2022!

Alla soglia del nuovo anno, la Segreteria della Cgil, invia a voi tutti, compagni ed amici lavoratori d’Italia, il suo saluto augurale e fraterno. Nell’anno decorso, in una situazione economica praticamente stagnante ed in una situazione generale aggravata, la vostra grande Confederazione unitaria, forte dei suoi cinque milioni di iscritti, si è battuta strenuamente, per difendere e migliorare le vostre condizioni di vita economiche e morali, per difendere il vostro lavoro, per combattere la piaga della disoccupazione, per esercitare la sua funzione di stimolo attivo allo sviluppo economico ed al progresso sociale dell’Italia, per conquistare la maggiore tranquillità possibile per le vostre famiglie.

Pur avendo la coscienza di aver compiuto con tenacia ed ardore il proprio dovere, e di aver conseguito notevoli successi, la Cgil è consapevole di essere riuscita soltanto in minima parte a realizzare le vostre giuste speranze e le vostre legittime rivendicazioni.

Alla chiusura dell’annata ci si può chiedere: poteva la Cgil fare di più? Non lo escludiamo. Perché la Cgil possa difendere con crescente efficacia il pane ed i diritti di tutta la gente onesta italiana, che vive del proprio lavoro, essa ha bisogno del vostro aiuto e dei vostri consigli, compagni e fratelli lavoratori d’Italia!

Venite tutti nella Cgil, aiutatela a divenire sempre più numerosa, più forte, più efficiente e la vostra grande organizzazione unitaria potrà realizzare i vostri obiettivi fondamentali di giustizia sociale, di benessere economico e culturale, di risanamento e di sviluppo industriale ed agricolo dell’Italia, di libertà e di pace!

Purtroppo l’orizzonte dell’anno che sorge è offuscato dalle minacce di guerra che si moltiplicano e si aggravano sul mondo. Nemmeno durante la tradizionale tregua natalizia ha voluto tacere la triste propaganda di odio e di guerra. Ma i popoli, tutti i popoli, vogliono la pace; ed i lavoratori sono dovunque all’avanguardia delle forze di pace.

Di fronte a coloro che vogliono ad ogni costo dividere il mondo in due blocchi nemici, per portarli a massacrarsi a vicenda – e che sulla stessa base vorrebbero dividere gli italiani – noi riaffermiamo l’esigenza suprema dell’unità del popolo italiano, della solidarietà internazionale dei lavoratori e della pace del mondo, nell’indipendenza di tutti i popoli, nella libera convivenza di tutte le razze e di tutti i sistemi sociali e politici, in pacifica ed amichevole emulazione fra di loro, affinché l’intera umanità sia libera, prospera e felice.

Nell’anno che nasce la Cgil si propone di affrontare ed avviare a soluzione i problemi che maggiormente angosciano il popolo lavoratore.

Vogliamo assestare un colpo serio alla disoccupazione permanente ed alla miseria endemica di cui soffrono milioni di famiglie italiane, assorbendo i disoccupati in lavori produttivi che permettano di sviluppare l’economia, di aumentare la ricchezza nazionale, di elevare il livello di vita del popolo, nella linea del Piano del lavoro proposto dalla Cgil. Il che esige un aumento notevole degli investimenti produttivi, riducendo quelli che non lo sono.

Vogliamo adeguare sempre più i salari e gli stipendi dei lavoratori alle esigenze di una vita degna e civile; intensificare la lotta contro l’aumento dei prezzi e garantire un retto funzionamento della scala mobile.

Vogliamo che sia finalmente realizzata la riforma della previdenza sociale, per migliorare l’assistenza e le prestazioni ai lavoratori ammalati e infortunati, e soprattutto per porre un termine alla grande intollerabile miseria dei pensionati e di garantire ai vecchi lavoratori ed alle vecchie lavoratrici, una vita degna del dovere sociale compiuto.

Vogliamo liberare i giovani italiani dalla sfiducia e dallo scetticismo, determinati specialmente dalla quasi impossibilità di sistemazioni che utilizzino le loro fresche energie fisiche ed intellettuali. Vogliamo aprire alla gioventù italiana una prospettiva di lavoro e di sviluppo che ridesti in essa la fiducia e l’entusiasmo e le faccia sentire la gioia di vivere una vita operosa ed onesta.

Uniamoci tutti, amici e compagni di lavoro, ed operiamo uniti nel 1951, per la concordia fra gli italiani, per il benessere del popolo, per lo sviluppo delle libertà democratiche, per preservare all’Italia ed al mondo il bene supremo dell’uomo: la pace.

Buon anno a tutti voi, fratelli lavoratori d’Italia!

Giuseppe Di Vittorio, l’Unità, 30 dicembre 1950

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