Mimmo Lucano rappresenta un modello di solidarietà, rivitalizzazione e sviluppo di una comunità che ha fatto paura per la portata di innovazione, umanità e giustizia sociale che portava in nuce e che per questo andava condannato.
Lucano ha dimostrato che una pratica dell'incontro tra persone e culture, anziché di scontro, porta un beneficio a chi accoglie e a chi è accolto. Se un piccolo comune del disgraziato sud può fare la sua parte nel mettere pace tra chi fugge dal proprio Paese per sopravvivere e chi, nell'occidente ricco e predatore delle risorse altrui, alza muri per respingere le persone in mare, si rischia di comprendere che Riace è un modello, in cui giustizia sociale e ambientale trovano un equilibrio nella dignità delle persone in quanto tali.
Riace cercava giustizia ma ha trovato la legge. Se la legge è ingiusta va cambiata, ma la solidarietà non si condanna.
Rischia di ingenerare il pensiero che le migliaia di piccoli borghi e comuni abbandonati possano rivivere e ripopolarsi, che il territorio venga mantenuto anziché abbandonato, che il nostro Paese riconosca nel dettato Costituzionale di uguaglianza nei diritti un faro e non una mera enunciazione. Troppo per un sistema politico che ha fatto della criminalizzazione dei più deboli, da persone in clandestini, dei respingimenti nei campi di tortura libici una religione ed un teorema politico della cattiveria fine a se stessa, tutto giocato sulle corde della paura.
Riace cercava giustizia ma ha trovato la legge. Se la legge è ingiusta va cambiata, ma la solidarietà non si condanna.
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