Padre Giovanni Calcara
di Padre Giovanni Calcara, o.p.
Ancora una volta, la classe politica con i suoi giochi di potere, vendette e rivincite gioca sulla pelle e sulla dignità delle persone più fragili che, al contrario meritano di essere aiutate e tutelate, in tutti i loro bisogni.
La vicenda parlamentare dell’ex ddl Zan ne è l’ultima e triste manifestazione. Una legge approvata da un ramo del parlamento, dopo duri confronti e compromessi, è stata bocciata in Senato dalle stesse forze politiche che alla Camera avevano votato a suo favore.
Qualcuno parla di “retroguardia culturale”, e poi i “cori da stadio” in Senato, la rivendicazione della “vittoria” da parte di chi arriva prima e si considera il più bello, le reciproche accuse isteriche tra politici-opinionisti-saltibanchi e bizzocchi di sagrestia.
Confusione voluta, per non parlare “realmente” dei contenuti della legge, ma soprattutto della reale importanza dei problemi in questione, così importanti per il futuro di tante persone che, andrebbero aiutate ad essere se stesse e tutelate da ogni forma di violenza verbale e fisica. L’identità di genere, l’amore verso una persona dello stesso sesso, il diritto ad essere accettati non come “persone sbagliate”, ma come esseri umani e, se vogliamo, figli di Dio. Il più volte tutto è considerato attraverso il filtro della propria ideologia che, crea solo pregiudizi e vittime.
Così per la violenza sulle donne, i diritti negati alla casa, alla salute, all’istruzione, al lavoro (onesto e retribuito), la cura delle persone disabili e la mancanza di fondi per assisterli in maniera dignitosa, le “morti bianche” sui posti di lavoro.
Ma la cronaca stritola la nostra attenzione, oggi prevale la Legge di bilancio, il vertice del G20 di Roma, il summit sul clima di Glaslow. E poi?
Invece bisogna pensare anche agli sconfitti della vita a cui bisogna dare un motivo di speranza e di futuro, la certezza che la nostra vita democratica e sociale possa essere guidata da uomini e donne che sanno vivere il loro impegno nel “servizio”, spronati in questo impegno, da tutti noi, quando saremo messi in condizione di poter dare il nostro contributo nelle decisioni che contano e non soltanto nelle sterili discussioni sui social.
Se la politica ri-diventa quanto credeva don Luigi Sturzo: la più alta forma di carità; se la Chiesa vive e non discute sulla propria sinodalità; se le “agenzie educative” recuperano la loro identità e credibilità; se la legalità viene considerata come la norma e non l’eccezione dei rapporti socio-economici; se… se… se… “ognuno facesse la sua parte, tutto diventerebbe più facile” come diceva don Pino Puglisi che, proprio perché ci credeva è stato ucciso dalla mafia.
Recuperiamo queste macerie, ogni pietra anche se piccola, con della buona malta può servire per costruire un muro e un mondo migliore che, sarà o non sarà, secondo l’impegno di ciascuno di noi.
Solo allora “Tutti i diritti umani (saranno) per tutti”!
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