Tutti i relatori, tra cui l’assessore Lagalla, senza mascherina e in sala la indossano in pochi ma per entrare a Palazzo dei Normanni i convegnisti devono mostrare il certificato
di Tullio Filippone
Le prime contraddizioni della mattina in cui il parlamento siciliano si è prestato a un convegno contro i vaccini Covid e il Green Pass, con tanto di paragone con l’Olocausto, si è manifestata ai tornelli di Palazzo dei Normanni, quando i relatori e i 28 spettatori sono entrati esibendo comunque il certificato. L’altra è che per tutta la durata del conferenza quasi nessuno aveva la mascherina. Nemmeno l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla, che ha portato i saluti istituzionali in modo «particolarmente lieto», perché, pur essendo pro vaccino e lontano dalle idee espresse « da medico, scienziato e assessore», ha continuato a sostenere che il parlamento siciliano « doveva rappresentare tutte le idee».
Ma Palazzo Reale ieri è stato il teatro dello “ spettacolo” intitolato “ Dalla democrazia alla dittatura, il ruolo della memoria”, la conferenza organizzata dal capogruppo di Sicilia Attiva all’Ars Sergio Tancredi, dove l’obbligo del Green Pass veniva accostato dallo stesso titolo – con tanto di filo spinato dei lager in locandina – alla Shoah. E dove è successo di più. Quando nella sala dedicata a Piersanti Mattarella, uno dei relatori, la professoressa emerita di Lingue e Letterature Straniere dell’Università del Salento Barbara Wojciechowska, ha lanciato un’invettiva nella quale si sosteneva che: «Hitler era un ebreo che ha comprato la sua “arianizzazione” ed è stato una pedina in mano al capitale sionista dei Rockfeller e Rotischild edelle élite chimico farmaceutiche per creare lo stato di Israele, grazie allo sterminio di 6 milioni di persone » . E poi una serie di parallelismi con il Green Pass: « Chi lo chiede all’università agli studenti è un kapo ». Tutto sotto gli occhi dell’assessore Roberto Lagalla, che ha preso la parola dopo il monologo di un’ora, con due minuti di applausi, della professoressa Wojciechowska. «Sono particolarmente lieto di portare il saluto del governo regionale e il mio personale all’amico Sergio Tancredi per un’iniziativa coraggiosa, intrigante e attuale – ha detto Lagalla, che poi ha liquidato anche le polemiche sulla sua partecipazione – I giornali avevano carenze di notizie. I dibattiti vanno sempre rispettati e questo parlamento deve ospitare ogni idea e opinione » . Peccato che l’ex rettore, candidato sindaco alle comunali di Palermo, non si è limitato ai saluti, ma ha parlatoper una buona mezz’ora. Non senza qualche flirt con la platea sugli «errori dell’Ue e dell’Oms», i sospetti del virus e i rischi che sia stato modificato in laboratorio. Per poi respingere « da medico, uomo di scienza e amministratore » ogni complotto o « interesse deviato » e l’accostamento del Green Pass con l’Olocausto.
Accanto a lui, però erano sedute personalità che non si sono sottratte a questo paragone. Come il professore di marketing Gandolfo Dominici, firmatario di appelli contro il Pass nelle università e autore sui social di paragoni tra Auschwitz e il certicato. Poi il professore ordinario di storia delle dottrine politiche dell’Università di Messina Dario Caroniti e la sopravvissuta all’Olocausto Vera Sharav, intervenuta con un video registrato a nome dell’Alliance for Human Research Protection, organizzazione da lei fondata che si oppone al alcune pratiche dell’industria farmaceutica, con posizioni critiche anche in tema di vaccini. E ancora la professoressa Wojciechowska, orgogliosamente non vaccinata e senza mascherina: « I vaccini sono sperimentali e ho fatto un tampone, sono sana e non ho bisogno di mascherine » , ha detto.
Del resto nessuno dei relatori, e pochissimi del pubblico coprivano naso e bocca come da regolamento: « Mascherina e distanziamento sono obbligatori – ha precisato il segretario generale dell’Ars Fabrizio Scimè – gli assistenti hanno invitato tutti a tenere la mascherina, ma la responsabilità spetta a chi organizza il convegno e chiede l’aula».
La Repubblica Palermo, 30/10/2021
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