Pif |
di Eleonora Lombardo
Al posto del dialetto, come grammatica siciliana applica a ogni aspetto dell’esistenza l’amabile comunicativa dei dolci della tradizione, dallo “sciù” all’iris, semplici fuori ma sontuosi dentro. Tra i suoi antenati annovera lo scultore danese, rivale di Canova, Bertel Thorvaldsen, dal quale ha ereditato una passione per le rifiniture e i lavori di carpenteria. È andato via da Palermo a 21 anni per raccontare storie, lo ha fatto in televisione, in libreria e al cinema, mentre spopolava in tv “La mafia uccide solo d’estate” a lui si è chiesta un’opinione su tutto, attribuendogli il ruolo di guru delle vicende siciliane, ma Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, è un siciliano di mondo che ripudia la retorica, ha in odio la proverbiale arte di arrangiarsi e cerca di parlare solo quando ha qualcosa da dire. «Essere Siciliani è avere una marcia in più culturalmente, avere la possibilità di facile accesso a una cultura ricca e variegata.