Il Comitato dei Sindaci Strada Statale n.118 Corleonese-Agrigentina torna a far sentire la sua voce. Dopo il documento firmato a fine luglio per chiedere il nuovo progetto e il via ai lavori, 18 primi cittadini del Palermitano e dell’Agrigentino sollecitano un intervento di manutenzione straordinaria sull’intero tracciato della Strada Statale 118 da Corleone alla Valle dei Templi di Agrigento e del tracciato della Strada Statale 188C da Corleone a Ribera-Menfi.
Una lettera è stata inviata all’on. Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture, e all’ingegnere Raffaele Celia, direttore regionale dell’ANAS, e per conoscenza all’on. Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, all’on. Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, all’on. Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, all’on. Giovanni Carlo Cancelleri, sottosegretario del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile.
Firmatari sono i sindaci dei Comuni di Agrigento, Corleone, Alessandria della Rocca, Marineo, Prizzi, Palazzo Adriano, Bivona, Raffadali, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Lucca sicula, Chiusa Sclafani, Giuliana, Campofiorito, Contessa Entellina, Santo Stefano di Quisquina, Cianciana, Burgio.
Gli amministratori ribadiscono la necessità di programmare nel breve, medio e lungo termine anche gli interventi più radicali di ammodernamento, per restituire ai territori dell’entroterra dell’Agrigentino e del Palermitano un’infrastruttura precondizione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, che mette in rete i comuni sicani tra di loro e con le grandi infrastrutture dell’isola, verso porti e aeroporti.
La Strada Statale 118 è un grande connettore territoriale sul quale si innescano i collegamenti con tutti i comuni dell’entroterra. “L’area dei Sicani e il Corleonese - dichiara il sindaco di Corleone Nicoló Nicolosi - sono particolarmente svantaggiate nel rapporto di crescita sia nella stessa regione siciliana che nel centro sud e nel resto d’Italia. Quindi perché venga superato tale divario, occorre intervenire sulle infrastrutture che consentano di raggiungere obiettivi di sviluppo attraverso la valorizzazione delle enormi ricchezze naturalistiche, ambientali, storiche e archeologiche e delle risorse umane e intellettive presenti sul territorio”.
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