Aveva 87 anni, è stato giocatore e allenatore come i fratelli
Riprenderà a rotolare presto il pallone a casa Casisa, perché è così che vanno le cose da quelle parti. Una famiglia abituata a non arrendersi mai e che ha sempre vissuto con il pallone fra i piedi, a cominciare proprio da Natale Casisa, 87 anni, che nella notte fra venerdì e sabato è morto dopo una lunga malattia.
Non c’è custode di campi siciliani che non conosca la storia della famiglia Casisa e in molti sono quelli che ieri hanno inviato un messaggio di cordoglio alla famiglia. Natale Casisa era il più grande di cinque fratelli calciatori che hanno calcato i campi di tutte le categorie dalla serie A ai campionati dilettanti.
Natale ha anche avuto successo nei panni di allenatore guidando l’Alcamo dalla prima categoria fino alla serie C nel 1973, centrando quattro promozioni consecutive. Santo e Totuccio sono stati calciatori professionisti con alle spalletante presenze in A, B e C, Giuseppe ha giocato nella Di Martino rosanero e Franco è stato forse quello che è arrivato più in alto esordendo in serie A con il Palermo nel campionato 1961/ 1962 e giocando al fianco di Giorgio Chinaglia nella Lazio del 1969 prima di indossare le maglie di Bari, Ternana, Casertana e Trapani.
Il Dna dalla forte impronta da calciatore da Natale è passato anche al figlio Paolo che ha giocato nella Primavera del Palermo, con Zeman come allenatore, che è il padre di Noel, anche lui nella Primavera del Palermo che, con Casisa junior, sfiorò lo scudetto nel 2008, riuscendo poi a vincerlo nella stagione successiva quando Noel, oggi impegnato con la ristofriggitoria di Mondello Roxy, era già impegnato altrove cercando di scrollarsi di dosso l’etichetta di figlio d’arte.
E pensare che nonno Natale stravedeva per lui, gli dava consigli, gli spiegava come calciare la palla e persino il modo migliore per correre. Quando il nipote era piccolo Natale gli prometteva mille lire per ogni gol realizzato e nella stagione in cui Noel ha fatto meglio con la Primavera, arrivando fino alla semifinale scudetto e in coppa Italia e ai quarti del Torneo di Viareggio, nel 2008, era arrivato anche a promettergli cento euro in caso di gol alla Juventus, la squadra che quell’anno contese i successi stagionali al Palermo e all’Inter.
Natale Casisa rivedeva forse nel nipote la possibilità che non aveva avuto, nonostante le tante soddisfazioni che si era tolto in carriera sia da calciatore che da allenatore: esordire in prima squadra con la maglia del Palermo. Lui, infatti, con la casacca rosanero aveva giocato nelle giovanili, ma mai in prima squadra. Ha giocato in B con la Reggiana e con la Reggina, ha indossato anche le casacche di Benevento e Cavese rimanendo sempre nel mondo del calcio anche una volta dopo avere appeso gli scarpini al chiodo. Da allenatore prima, con la cavalcata trionfale alla guida dell’Alcamo centrando il record di diciotto vittorie consecutive, e da saggio conoscitore di calcio poi per dispensare tanti buoni consiglia chiunque ne avesse bisogno.
La Repubblica Palermo, 5/9/2021
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