Un’immagine della seduta consiliare di stamane
DINO PATERNOSTRO
Fino a quattro giorni fa a Corleone erano stati ufficializzati 10 persone positive al coronavirus. Ma, con l’andavo che c’è in Sicilia, si teme che oggi saranno di più. Di più, ma quanto di più? A questa domanda non può rispondere il comune perché le autorità sanitarie non comunicano i dati dell’andamento del contagio. Da qualche mese in paese non c’è più la struttura territoriale dell’USCA che era un punto di riferimento per intervenire tempestivamente sui casi sospetti di positività al COVID-19: effettuava i tamponi, contattava le persone, comunicava i risultati. Adesso invece è stato tutto centralizzato a Palermo dal commissario per l’emergenza COVID Renato Costa.
Ma tutto questo non sta bene al consiglio comunale di Corleone e al suo presidente Pio Siragusa, che nella seduta consiliare di stamattina, d’intesa con l’amministrazione comunale, hanno redatto e sottoscritto una lettera, inviata al presidente della Regione, all’assessore alla salute, al prefetto di Palermo, al commissario straordinario anti-COVID e al direttore dell’asp di Palermo. Nella lettera chiedono che venga ripristinato immediatamente la struttura USCA a Corleone, che vengano comunicati giornalmente i dati del contagio e il numero dei vaccinati. In questo modo si daranno risposte al diritto all’informazione da parte dell’opinione pubblica e si consentirà al comune di modulare in maniera più precisa la sua attività a supporto della popolazione.
Il sindaco Nicolosi, intervenendo in aula, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che si era sentito col commissario anti-COVID Costa, che gli ha assicurato che entro fine mese l’USCA tornerà a Corleone.
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