di GIUSEPPE CARLO MARINO
Mi è pervenuta una locandina con la quale la Regione Sicilia insieme al Comune di Racalmuto e alla Fondazione “Sciascia” promuove una prossima manifestazione culturale per ricordare ed onorare nel suo paese natale il grande scrittore nel centenario della nascita. Ho da supporre che la suddetta locandina mi sia stata graziosamente trasmessa forse a motivo dei rapporti di amicizia che mi legavano a Leonardo Sciascia e che adesso mi rendono assai attento e sensibile a tutte le iniziative che possano riuscire idonee ad onorarne la memoria.
Ma in questo caso, volendo ammettere che addirittura mi si volesse invitare alla manifestazione ( programmata per il prossimo 7 agosto), si è verificato un effetto del tutto contrario che francamente, ben più che consistere in una semplice irritazione, potrebbe definirsi come un allarme per un maldestro tentativo di rendere omaggio a Sciascia paradossalmente distorcendo, e conseguentemente offendendo, quelli che furono in vita i valori e il senso civile della sua lunga e ininterrotta battaglia civile, indivisibile, come tutti sanno, dalla sua produzione letteraria e fortemente incisiva sul suo percorso esistenziale di cittadino e sulla sua “poetica” di artista.Si – sia sottolineato con giusta enfasi – proprio un allarme provocato dalla semplice lettura di quella locandina che non potrebbe non lasciare allibito chiunque abbia conosciuto e stimato in amicizia Leonardo Sciascia! Questo, a partire dalla modalità di commemorazione, assai anodina e bizzarra, che gli organizzatori ( e, si badi, tra loro c’è addirittura come si è detto la Regione Sicilia da supporre impegnata con il suo attuale governo regionale!) hanno prescelto: Sciascia verrà ricordato e onorato guarda caso soltanto propagandando, (ovvero, per la precisione, “presentando”) un libro di un certo Alessandro Pagano che, nel titolo, ne assume una celebre frase, “Ce ne ricorderemo di questo pianeta!”.
Non è qui in questione un giudizio alcuno sul valore culturale di tale libro (che mi è del tutto ignoto e che mi augurerei di considerevole livello) ma quel che mi colpisce e mi rende assai diffidente è il fatto che ad esserne il prefatore, e pertanto certamente anche un sicuro estimatore, è l’ormai notissimo giornalista Alberto Samonà, un neoleghista di derivazione neofascista, diventato istituzionale in Sicilia in quanto da qualche tempo Assessore alla Cultura (proprio alla Cultura, non ad altro!) della Giunta regionale di governo presieduta da Nello Musumeci, anche lui di distinte origini neofasciste.
Ora mentre non ho da far parola – come ho appena detto sopra – sul libro che sarà “presentato”, mi sembra comunque già allibente ed aberrante che a “presentarlo” (e secondo il copione ad “onorare Sciascia”) sia appunto quell’Alberto Samonà e non perché , essendone il prefatore, oltre tutto non ne abbia pieno titolo, e neppure perché egli sia balzato da tempo alle cronache nazionali per certi suoi versi diventati quasi famosi che inneggiano alle SS (“guerrieri della luce generati da padre antico e dalla madre terra,nel sacrificio dell’ultima Thule, monaci dell’onore!”) ma perché , per quel che ne so, la sua pur abbondante produzione di poligrafo deliberatamente e da sempre dedicata alla ricerca e all’esaltazione dell’”esoterico” e dell’irrazionale sul solco del “fascismo mistico” ( e “magico”) di Julius Evola (occultista, esoterista, nonché razzista), di cui si mostra epigono e continuatore, certamente lo abiliterebbe a correttamente tributare onorante memoria a un qualche “Natale” o “centenario” di Hilter o di Himmler e nient’affatto ad interpretare ed onorare un intellettuale di indiscutibile appartenenza alla civiltà dell’antifascismo come Leonardo Sciascia che, come è quasi superfluo ricordare, fu per tutta la vita un tenace avversario di ogni forma di irrazionalismo e un tenacissimo e severo custode del pensiero critico e dei valori della Ragione, ai quali, per la sua formazione illuministica, era persino devoto.
Ci sono pertanto ben solidi motivi per temere che questa infelice Sicilia governativa in mano al neofascismo stia persino tentando (il che è inaudito) – perseguendo certi traccheggi pseudointellettuali del tipo di quelli familiari a CasaPound – di far vestire l’orbace anche a Leonardo Sciascia, come si è già miseramente tentato persino per Marx e per Gramsci! Il che, dal punto di vista culturale, sarebbe ancora più grave di quel che comporta, dal punto di vista politico, la mancata rimozione dal governo regionale di un personaggio perlomeno imbarazzante come Samonà: un atto invano richiesto a gran voce dalle forze democratiche e soprattutto, in prima fila, dall’Anpi, non certo sperando che il governo Musumeci potesse essere diverso da quel che è, ma puntando sull’eventualità che per elementari istanze di ubbidienza almeno formale ai valori della nostra Costituzione , nonché di buon gusto e di opportunità istituzionale, riuscisse ad esserne capace. Come si sa, non ne è stato capace. Non ha voluto. Non ha mostrato un cenno qualsiasi di riprovazione per quell’inno alle SS e per la “mistica” dall’ indiscutibile richiamo nazifascista incarnata in un suo esponente; anzi oggi sembra far sì che, tale “mistica” della pura irrazionalità, sovrastando e umiliando lo scrittore della Ragione nel centenario della nascita, venga ritenuta e assunta come Cultura. E Leonardo Sciascia? Che fa adesso Sciascia, se riesce a vedere, su “questo pianeta”, il suo bel museo memoriale nella sede della Fondazione a lui intestata? Ritengo che vi si aggiri più disgustato che mesto, con uno di quei sorrisi sardonici , quasi un ghigno gentile, che talvolta i suoi amici vedevano sul suo volto.
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