Padre Ninni Zito |
di Claudia Brunetto
Il sacerdote che dirige l'ufficio diocesano di Palermo degli insegnanti di religione cattolica e che porta avanti la pastorale lgbtq+: "C'è bisogno di una legge che tuteli le persone vittime di discriminazioni"
Non è una bocciatura, si pongono soltanto alcuni interrogativi sulla questione che, però, a mio avviso, rivelano delle paure infondate". Ninni Zito che dirige l'ufficio diocesano degli insegnanti di religione cattolica e che ha ricevuto dall'arcivescovo Corrado Lorefice l'incarico di portare avanti la pastorale lgbtq+, anche se si tratta di un incarico verbale come per la maggior parte dei preti che in Italia hanno questo compito, commenta così l'intervento del Vaticano sul ddl Zan. E sottolinea: "Si tratta di una legge necessaria".
Il Vaticano chiede di rimodulare il ddl Zan perché potrebbe configurare una violazione del Concordato, mettendo a rischio "la piena libertà" della Chiesa cattolica, è così per lei?
"Inizio con una frase lapidaria: libera Chiesa in libero Stato. La Chiesa vive nel mondo, il suo compito dovrebbe essere quello di annunciare all'uomo la verità della fede, ovvero Gesù Cristo. Tale verità è da annunciare nel contesto storico in cui l'uomo si trova, perché operi la sua scelta personale. Non vedo, dunque, di quale libertà possa essere privata la Chiesa dal ddl Zan".
E la violazione del Concordato?
"Mi pare che ci sia più la preoccupazione di garantire il Concordato in sé e non la sua anima che si esplicita nel dialogo con il mondo. In altre parole tirando in ballo il Concordato in occasione della legge Zan, mi pare ci sia l'interesse di difendere l'istituzione Chiesa e non la essenzialità, cuore della missione. Lo stesso papa Francesco rispondendo alla lettera di dimissioni del cardinale di Monaco Reinhard Marx, dice "dare troppo peso al prestigio delle istituzioni conduce solo al fallimento personale e storico e ci porta a vivere con il peso di avere scheletri nell'armadio" come recita il detto".
Dal Vaticano sostengono che se il ddl passasse così com'è le scuole cattoliche sarebbero costrette a festeggiare la "Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia". Anche questa sarebbe una violazione?
"A mio avviso sono tutti timori infondati. Nelle scuole cattoliche si studia filosofia, scienze, argomenti che nulla hanno a che fare con la religione cattolica. E anche durante l'ora di religione si parla di ateismo e di altre religioni. Il compito della scuola sarebbe quello di formare, non di manipolare gli studenti. Nelle scuole si festeggiano tante giornate, si festeggerà anche questa nel modo in cui le scuole cattoliche riterranno opportuno".
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Le scuole cattoliche, dunque, sono già oltre questo dibattito...
"Ci sono scuole come il Gonzaga e il Don Bosco, per esempio, che sono davvero all'avanguardia. Anzi lo specifico delle scuole cattoliche è proprio di essere nel mondo. In queste scuole Nietzsche, Marx vengono studiati e non per questo inficiano la fede. Non vedo alcun pericolo, si vedono mostri dove non ci sono".
Insomma, secondo lei c'è bisogno del ddl Zan?
"Sì, eccome. Si chiami pure come si vuole, ma c'è bisogno di una legge che tuteli le persone vittime di discriminazioni. Questa legge di certo avrà le sue fragilità, ma ogni legge ne ha, se non ne avesse sarebbe perfetta e non conosco leggi perfette".
Gli insegnanti di religione sono pronti ad affrontare i temi dei diritti Lgbtq+?
"Si, lo sono. Ho insegnato per 20 anni religione al liceo scientifico Cannizzaro e posso dire che è così. Non è più il tempo in cui possiamo permetterci questa distanza, questi editti. Usciamo dall'oscurantismo e dialoghiamo. Se l'intenzione del Vaticano era quella di accendere il dibattito sul tema, ben venga. Questa legge non va combattuta, ma ascoltata nel segno del dialogo".
La Repubblica Palermo, 25/6/2021
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